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L’archetipo del Messaggero

L’archetipo del Messaggero

Indice dell'articolo

All’inizio di una storia, solitamente l’Eroe vive in un mondo ordinario e relativamente stabile. Ha la sua routine, le sue abitudini, i suoi alti e bassi. Non è detto che sia tutto rose e fiori, anzi, potrebbe anche trovarsi in una situazione pessima. Ma bello o brutto che sia, quello è il mondo in cui l’eroe della storia si è abituato a vivere.

Se tutto restasse così, semplicemente non ci sarebbe una storia, né un protagonista, né un eroe.

A un certo punto, deve succedere qualcosa. Una forza inaspettata che rende praticamente impossibile per l’eroe continuare a vivere nel suo vecchio mondo. Da qui inizia finalmente il viaggio dell’eroe.

Proprio in questo punto fa la sua comparsa questo archetipo: il Messaggero.

Questa figura è responsabile di consegnare (fisicamente o metaforicamente) il cosiddetto “Richiamo all’avventura“. L’eroe è costretto ad affrontare il cambiamento.

Se non sai bene cosa sono gli archetipi o il viaggio dell’eroe, ti consiglio vivamente di leggere “Gli archetipi nella Ricerca del personaggio”, prima di proseguire con questo articolo.

Le caratteristiche del Messaggero

Solitamente il messaggero appare nella prima parte della storia, per catapultare l’Eroe nell’avventura.

La funzione dell’archetipo del messaggero è talmente importante che nella mitologia esiste un dio esclusivamente dedicato a questa attività: Ermes (o Mercurio).

Nella sua forma più classica, il messaggero è esattamente quello che dice il suo nome. Ovvero una persona che recapita un messaggio all’eroe, con delle informazioni che lo avvertono di qualcosa.

Potrebbe essere una sfida lanciata dal cattivo di turno, recapitata da uno dei suoi scagnozzi. Oppure un alleato dell’eroe che gli affida una missione (un classico è l’inizio di ogni Mission: Impossible, in cui viene chiaramente spiegata a Ethan Hunt quello che deve fare e perché attraverso messaggi che poi si autodistruggono).

L’archetipo del messaggero però potrebbe celarsi anche dentro a personaggi che rivestono altri ruoli, come il mentore o un Guardiano della soglia. Come abbiamo visto negli altri articoli sugli archetipi, non si tratti di ruoli fissi e immutabili, ma di funzioni che possono essere di volta in volta rivestite in tantissimi modi e da tantissimi personaggi diversi.

Addirittura, il messaggero può anche non essere un personaggio vero e proprio.

Può trattarsi di un evento casuale esterno all’eroe, oppure di un richiamo interiore, una presa di coscienza, una notizia improvvisa. Qualsiasi cosa svolga la funzione di mettere l’Eroe davanti alla necessità di iniziare il suo viaggio, rappresenta l’archetipo del Messaggero.

La psicologia dell’archetipo del Messaggero

Come abbiamo visto nell’articolo sugli archetipi, ognuno di essi è la rappresentazione di un aspetto psicologico dell’essere umano, talmente connaturato in noi da essere universale.

Il Messaggero rappresenta la nostra presa di coscienza della necessità di un cambiamento.

Prima di iniziare qualsiasi percorso nella nostra vita, che sia un nuovo lavoro, una nuova relazione, l’inizio di una dieta, o anche iscriversi a una scuola di recitazione, si può sempre identificare il momento in cui ci è venuta questa idea.

Solitamente quell’idea è stata scatenata da qualcosa che ci ha colpito. Una forza interna o esterna che è riuscita a toccare le corde giuste della nostra psiche, innescando una reazione a catena fino al punto di non poter fare a meno di un cambiamento.

Ricordo benissimo ad esempio che stavo leggendo delle recensioni di uno spettacolo teatrale che volevo andare a vedere. Ho letto ben 3 recensioni dello stesso spettacolo su blog diversi, senza capire davvero cosa stessero dicendo. Un muro di parole, farcito di termini intelletualoidi che lasciava il lettore senza niente di valore.

Fu proprio in quel momento che dentro di me spuntò il germoglio del bisogno di un sito che parlasse di teatro in modo semplice e diretto.

Quegli articoli furono per me il messaggero che poi mi portò a creare Teatro per Tutti.

La funzione narrativa

Nel corso di una storia l’eroe si trova ad affrontare difficoltà e pericoli, a volte addirittura a rischiare la sua stessa vita. Ma non farebbe mai nulla di tutto questo senza la cosa più importante di tutte: la motivazione!

Il ruolo del messaggero è proprio quello di fornire all’Eroe una motivazione.

Senza quella non ci sarebbe storia, per cui l’archetipo del messaggero è di importanza fondamentale, seppure il suo compito sia solitamente molto breve.

In alcune storie l’eroe ha già una forte motivazione, che lo rende insoddisfatto della sua vita attuale e gli fa desiderare un cambiamento. Ma, per qualche motivo, non ha la possibilità di perseguirlo. In questi casi il messaggero irrompe nella vita del protagonista non per fornirgli la motivazione, ma l’opportunità di intraprendere il viaggio.

In alcuni casi particolari può succedere che una storia inizi “in media res”, ovvero quando il viaggio dell’eroe è già iniziato. In questo caso, il messaggero può comparire in due modi:

Con un flashback, in cui viene mostrato al pubblico il momento in cui l’eroe riceve il messaggio.

Oppure il messaggero non fornisce all’Eroe la motivazione, ma al pubblico. Visto che il protagonista sa già perché sta combattendo, non resta che informare il pubblico.

Infatti, se il pubblico non fosse a conoscenza delle motivazioni che portano avanti la storia, sarebbe estremamente difficile immedesimarsi nell’eroe e quindi appassionarsi alla vicenda.

3 esempi di Messaggero nel Cinema e nel Teatro

Come abbiamo visto, in ogni storia c’è un momento in cui il protagonista si rende conto che sta arrivando un cambiamento nel suo mondo ordinario.

Spesso questa informazione viene consegnata da un altro personaggio. Ma non è sempre così. Infatti a volte il Messaggero non è rappresentato da una persona ma da elementi scenografici o forze esterne.

Vediamo adesso invece alcuni esempi di personaggi che rappresentano in modo interessante l’archetipo del Guardiano della Soglia.

1. Jesse Pinkman, da Breaking Bad di Vince Gilligan

Anche se è un antieroe, ovvero un Eroe negativo, Walter White non avrebbe mai intrapreso il suo viaggio nel mondo del crimine senza una solida motivazione e l’opportunità giusta.

In quel capolavoro che è Breaking Bad, Vince Gillian non si limita a comunicare al protagonista perché deve iniziare un nuovo percorso. Durante la prima puntata ci lascia assistere a un insieme di avvenimenti nella vita del protagonista che lo portano a desiderare un cambiamento.

La diagnosi del cancro terminale, una vita piatta e anonima (contrapposta a quella del cognato, agente dell’antidroga), le difficoltà economiche della famiglia, il figlio disabile, la grande occasione sfumata anni prima.

Prese singolarmente potrebbero già essere motivazioni sufficienti a innescare una storia.

Ma in Breaking Bad, vengono magistralmente inserite per fare in modo che la frustrazione del protagonista cresca anche in noi.

Walter White si trova quindi a desiderare un cambiamento, ma senza sapere bene come ottenerlo. Vorrebbe guadagnare di più per non lasciare la sua famiglia in difficoltà dopo la sua morte. Al tempo stesso vorrebbe vivere gli ultimi mesi in modo meno noioso. Infine, vorrebbe che le sue capacità di chimico venissero riconosciute come riscatto per la grande occasione persa (o rubata?) anni prima di far parte di una grande azienda chimica.

Ma è solo quando finalmente incontra il suo ex-allievo Jesse Pinkman che tutte queste sue ambizioni trovano una quadra e in Walter White si forma finalmente l’idea di come perseguire il cambiamento di cui aveva bisogno.

Grazie a Jesse infatti, un piccolo criminale nel giro della metanfetamina, potrà diventare ricco creando il miglior prodotto sul mercato con le sue abilità di chimico.

In questo caso quindi, ci sono numerosi messaggeri che portano al protagonista e al pubblico l’informazione che un cambiamento è necessario:

Il medico che lo informa del cancro, il cognato che lo prende in giro per la sua vita noiosa e lo porta con se durante una retata e così via…ma è soltanto l’incontro con Jesse che gli fornisce l’opportunità di intraprendere la sua avventura.

In Breaking Bad quindi Jesse riveste involontariamente l’archetipo del Messaggero che fornisce all’eroe un modo per iniziare il suo viaggio.

P.S:

Breaking Bad è un capolavoro, non solo per la regia superlativa e delle prove d’attore da antologia. Ma soprattutto per la storia, complessa ma non complicata e piena di dettagli squisiti.

Un esempio?

Quello che abbiamo scritto sopra è vero se consideriamo Walter White come l’eroe. In questo caso durante le 5 stagioni assistiamo a una spirale discendente di un tranquillo professore di chimica verso uno spietato criminale.

Ma se l’eroe fosse Jesse Pinkman?

In quel caso la storia diventa un percorso di redenzione. Questo personaggio inizia come piccolo delinquentello, che viene trascinato nell’abisso dalla fortissima determinazione di Walter White, per poi riuscire a salvarsi nel finale della serie.

Da questo punto di vista, l’archetipo del Messaggero viene impersonato proprio da Walter White, che cerca Jesse per proporgli di collaborare per cucinare e vendere la metanfetamina.

2. Hagrid, da “Harry Potter” di J. K. Rowling

Quando a casa della famiglia Dursley iniziano ad arrivare le lettere di convocazione all’Accademia di Hogwarts per il protagonista, il piccolo Harry inizia a intuire che sta per succedere qualcosa. Soprattutto quando iniziano ad arrivare a centinaia!

Se andasse avanti così però probabilmente la storia non inizierebbe mai.

Soltanto quando il personaggio di Hagrid irrompe (letteralmente) nella sua vita, Harry Potter viene a conoscenza delle sue capacità magiche e può finalmente iniziare il suo viaggio dell’eroe.

Come nel precedente esempio, in questo caso il Messaggero non fornisce all’eroe la motivazione ma l’opportunità. Harry Potter (come Walter White) era imprigionato in una vita insoddisfacente, ma non aveva la possibilità di perseguire il cambiamento desiderato.

Ecco quindi un altro Messaggero (Hagird come Jesse Pinkman) che viene ad aprire la strada all’eroe.

3. Romeo e Giulietta, da “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare

Ecco un esempio di come un archetipo può essere utilizzato in modo non banale. E come al solito, è sempre il grande William Shakespeare a insegnarci come si fa.

In Romeo e Giulietta i due protagonisti si imbarcano in un viaggio che li porterà a sfidare le loro famiglie, rompere tradizioni e tabù, fuggire dalle loro vite agiate e addirittura a simulare la morte pur di potersi ricongiungere.

Eppure all’inizio della storia non c’è un vero e proprio messaggero che chiaramente fornisce loro la motivazione per affrontare tutto questo.

O forse si?

In questo caso i due protagonisti sono entrambi messaggeri, l’uno per l’altra.

O meglio, è il colpo di fulmine che scocca al loro primo incontro che li mette davanti alla necessità di abbandonare il loro vecchio mondo per affrontare insieme l’avventura verso il compimento del loro amore.

Una volta che i loro sguardi si incontrano i due eroi sanno che nulla sarà più come prima.

Conosci altri Messaggeri?

Oltre agli esempi riportati in questo articolo, ogni storia ha il suo Messaggero.

Se ti va, potrebbe essere un buon esercizio passare in rassegna i tuoi film preferiti oppure gli spettacoli in cui hai recitato in passato e provare a capire quale personaggio o forza riveste le funzioni di messaggero.

Se ti interessa questo argomento qui su Teatro per Tutti troverai altri articoli sul tema degli Archetipi e del Viaggio dell’Eroe.

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