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7 curiose teorie su William Shakespeare

7 curiose teorie su William Shakespeare

Indice dell'articolo

William Shakespeare è l’autore teatrale più famoso al mondo.

Anche chi non è mai andato a teatro in vita sua sa chi è, almeno a grandi linee.

Il Bardo dell’Avon è celebre ad ogni latitudine. E praticamente tutti conoscono bene o male le sue opere più famose!

Tutti sanno chi è Amleto. Chiunque conosce i celebri Romeo e Giulietta di William Shakespeare. 

Tuttavia sono giunte a noi poche notizie circa la vita del Bardo. L’alone di mistero intorno alla sua figura ha però creato, nel corso del tempo, svariate teorie che contribuiscono a rendere ancora più mitico (se non mitologico) il nostro drammaturgo preferito.

Se alcune teorie possono essere davvero affascinanti, altre fanno un po’ sorridere.

Ho deciso quindi di raccogliere in questo articolo le sette teorie più curiose che sono state ipotizzate nel corso dei secoli. Sta a voi decidere a quali credere o se è più saggio non dar credito a nessuna e limitarsi a godere delle bellissime opere da lui scritte!

Se siete amanti del Bardo come la sottoscritta, probabilmente vi divertirete a leggere i vari complotti tesi a screditare la sua grandezza.

E se siete davvero appassionati di William Shakespeare, farete una cosa buona e giusta ad iscrivervi al gruppo Facebook “Shakespeare Italia” gestito da Teatro per Tutti.

1. William Shakespeare era analfabeta, come suo padre John

Questa è una delle tante teorie nate per screditare la grandezza del mitico William.

Ogni teoria, anche la più stramba, ha però come fondamento la realtà. La stranezza della teoria deriva, piuttosto, dall’interpretazione che si dà alla realtà, che in quanto tale è oggettiva. Per quanto riguarda questa teoria, bisogna far riferimento ai documenti che abbiamo in nostro possesso sui primi anni della sua vita e della sua formazione scolastica.

Certamente noi sappiamo che William Shakespeare è nato nel 1564 nella cittadina di Stratford-Upon-Avon. All’epoca contava circa 2000 abitanti ed era una città piuttosto numerosa per l’Inghilterra Elisabettiana, non era quindi un paesucolo di poco conto. Il problema è che, al momento, non sono stati scoperti documenti che attestino che William abbia frequentato la scuola a Stratford.

È su questa base che i detrattori affermano che Shakespeare sia stato analfabeta. Tuttavia è bene precisare che documenti del genere non sono stati reperiti perché sono andati perduti i registri scolastici.

Non mancano cioè solo le documentazioni relative a Shakespeare, mancano proprio i registri scolastici di allora. E siccome è azzardato teorizzare che in quell’epoca nessuno a Stratford sia andato a scuola, è altrettanto avventato affermare che Shakespeare non abbia mai imparato a leggere e scrivere.

Facendo riferimento alla grandissima produzione teatrale attribuita a Shakespeare è ragionevole supporre che il Bardo abbia frequentato la King’s New School a Stratford. Era una scuola di prestigio, aperta a tutti i cittadini maschi che sapessero leggere e scrivere.

Per quanto riguarda John Shakespeare non ci sono documentazioni che attestino il suo alfabetismo. Ad ogni modo, è giusto precisare che qualora John fosse stato analfabeta, ciò non toglie che al contrario William abbia potuto ricevere una buona istruzione.

Al di là di questo, i pochi che teorizzano l’analfabetismo di John Shakespeare si basano su alcune documentazioni da lui firmate. Si tratta di documenti che John ha firmato con un segno, non con una firma vera e propria. Questa, secondo alcuni, è la prova reale dell’anaflabetismo di John e quindi dell’impossibilità di William di saper leggere e scrivere.

Esistono tuttavia documenti che testimoniano che John sia stato un personaggio importante all’interno della cittadina di Stratford, nonostante le sue origini umili. Ha svolto tantissimi lavori e mansioni municipali, tra cui quello di Aldermanno, cioè membro della giunta municipale di Stratford. Arrivò addirittura a ricoprire la carica di Balivo, una sorta di sindaco della città di Stratford.

È evidente che, per ricoprire ruoli municipali di tale rilevanza, era necessario almeno saper leggere e scrivere. 

Noi non diamo credito a questa teoria e ci immaginiamo un Shakespeare piccolissimo che già sa leggere e scrivere! Se ti piace, scopri nel nostro shop tutta la collezione Shakespeare’s Babies .

2. William Shakespeare era solo un attore.

Questa seconda teoria si basa su alcuni documenti che attestano, effettivamente, che William lavorò come attore in un’opera di Ben Jonson e in seguito partecipò come interprete a svariate messinscene delle opere a lui accreditate.

L’ambiente teatrale dell’epoca elisabettiana era molto dinamico e aperto. All’interno delle varie compagnie vigeva una organizzazione più liquida, senza una distinzione netta tra i vari ruoli. 

Il fatto che Shakespeare appaia come interprete in un’opera di Ben Jonson non prova affatto che non sia mai stato un autore. In realtà, nel teatro elisabettiano, di frequente gli autori erano anche interpreti, come spiego meglio nell’articolo “Shakespeare e Marlowe: rivali o collaboratori?

Questa teoria dimostra quindi che Shakespeare non solo scriveva le sue opere teatrali, ma spesso le interpretava anche.

E ciò, senz’altro, ce lo fa amare ancora di più!

3. Shakespeare non è mai esistito, dietro di lui si nasconde il Duca di Oxford.

Questa è una delle teorie che più vanno in voga tra coloro che credono che Shakespeare sia stato solo un attorucolo prestanome.

Per capire se questa teoria può avere una sua verità è bene avere qualche informazione in più sul Duca di Oxford, il cui nome era Edward de Vere.

Edward era chiaramente un aristocratico, per cui aveva una buona formazione letteraria. Il Duca di Oxford potrebbe, quindi, avere tutte le carte in regola per essere il vero autore delle opere shakesperiane. Divenne infatti poeta, sebbene sia in verità molto più celebre per la sua presunta relazione con la regina Elisabetta I.

Questa teoria si basa sulla convinzione che le opere teatrali del Bardo si fondino essenzialmente su vicende biografiche. Se seguiamo questo presupposto, si può effettivamente constatare che svariati episodi accennati o raccontati nelle opere di Shakespeare, Edward de Vere li conoscesse veramente. Ma tutto questo può anche essere facilmente contestato, perché un accostamento del genere è possibile farlo con qualsiasi altro esponente della società inglese di allora. Infatti, la produzione teatrale di Shakespeare è piena di riferimenti, più o meno velati, alla realtà elisabettiana sia politica che letteraria.

In secondo luogo, il Duca di Oxford è morto nel 1604, ben dodici anni prima di Shakespeare.

È documentato che William Shakespeare abbia continuato a scrivere dopo questo anno. Risalgono a dopo il 1604 alcune delle opere teatrali più famose, come Re Lear o Macbeth e ancora La Tempesta. Queste, così come altre opere teatrali, contengono riferimenti alla realtà contemporanea a William.

Tenendo conto di questo, è piuttosto inverosimile attribuire l’intera produzione teatrale del Bardo a Edward de Vere, che è morto nel 1604 e perciò, non poteva sicuramente conoscere la realtà inglese degli anni immediatamente successivi alla sua dipartita.

Questa teoria, sebbene sia un po’ forzata, ha avuto tanto successo grazie al libro Shakespeare Identified scritto dall’autore britannico J. Thomas Looney nel 1920. Su quest’opera si basa il film Anonymus del regista Roland Emmerich, secondo il quale William è stato solo un attore un po’ sbruffoncello e pieno di sé.

4. Il Bardo era in realtà una donna

Un’altra teoria che vuole il mitico Shakespeare essere solo un prestanome è quella che ritiene plausibile che sia stato in realtà una donna. Più precisamente si teorizza che Shakespeare sia stato il prestanome di Mary Sidney, contessa di Pembrocke. Mary Sidney è stata sicuramente una donna istruita e una figura davvero interessante e affascinante. Non è certamente ricordata per essere stata “la moglie di” ma piuttosto per le sue notevoli qualità di poetessa, scrittrice e traduttrice.

Mary Sidney era senza dubbio una donna che sapeva il fatto suo e senz’altro questo la rendeva diversa dalle sue coetanee, vista l’epoca in cui ha vissuto.

Tuttavia, al di là del fatto che il Bardo abbia saputo sondare perfettamente l’animo di noi donne attraverso i suoi bellissimi personaggi femminili, non esiste nemmeno una prova a fondamento di questa teoria, comunque intrigante.

5.William Shakespeare era omosessuale

Anche questa teoria, sebbene si basi su un dato oggettivo, rimane decisamente indimostrabile.

Partendo da quello che i documenti storici ci dicono, sappiamo che William Shakespeare si sposò a Stratford all’età di diciotto anni con una ragazza più grande di lui, Anne Hathaway. Si trattò di un matrimonio riparatore, visto che la giovane era incinta all’epoca del matrimonio. Questo dato oggettivo, tuttavia, non dimostra certo l’eterosessualità del Bardo.

Sappiamo, inoltre, che Shakespeare non visse tutta la sua vita a Stratford ma che spese la maggior parte del suo tempo a Londra, dove iniziò e consolidò la sua carriera di poeta e drammaturgo. Ed è altrettanto dimostrato che Shakespeare, periodicamente, faceva ritorno nella sua città natale durante gli anni della sua carriera.

Sicuramente, riferendoci alle varie testimonianze epistolari di allora, Shakespeare ha avuto innumerevoli rapporti sia con donne che con uomini della Londra a lui contemporanea, ma niente attesta con assoluta certezza che abbia avuto rapporti particolarmente intimi con una di queste persone. 

L’unico dato, oggettivo, che può far presumere l’omosessualità del Bardo sono venti dei suoi Sonetti dedicati ad un uomo. Si tratta di versi in cui, effettivamente, viene celebrata la bellezza dell’uomo a cui si riferiscono e sono pieni di amore, dolcezza e una buona dose di sensualità.

Questo dato, da solo, basta a sostenere che William Shakespeare sia stato gay?

È difficile dirlo.

Nell’enorme produzione letteraria e teatrale di Shakespeare esistono anche molteplici pagine in cui si parla di amore eterosessuale, con lo stesso trasporto e la stessa sensualità dei venti sonetti dedicati ad un uomo. Se ci riferiamo a queste pagine letterarie, William appare in tutto e per tutto una persona eterosessuale.

D’altronde la tragedia d’amore per eccellenza è proprio Romeo e Giulietta di William Shakespeare.

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Si può forse presumere che William sia stato bisessuale, ma la verità è che non sapremo mai quale è stata la sua sessualità…

6. William Shakespeare fumava l’erba

Questa è una teoria che ha sempre più preso piede in seguito ad uno studio sulle pipe di William Shakespeare, portato avanti nel 2001 e pubblicato su National Geographic.

In seguito, è stato condotto anche un altro studio sulle pipe del drammaturgo dal South African Journal of Science. E sembra proprio confermare la teoria del 2001. In base ai dati rivelati dalle analisi chimiche delle pipe e dei frammenti di pipa appartenuti al Bardo, è risultato che Shakespeare non si limitasse a fumare solo tabacco, ma anche altre tipologie di erbe.

A suffragare ulteriormente questa teoria è l’analisi di quattro dei campioni rilevati da quello che è stato il giardino di casa del drammaturgo. In essi sono stati riscontrati tracce di Cannabis.

7. William Shakespeare è morto in seguito a una notte da leoni…

La morte di William Shakespeare è avvolta nel mistero e non sappiamo quale fu la causa della sua dipartita.

Dalle testimonianze scritte sappiamo solamente che morì all’età di 52 anni, il 23 Aprile 1616. 

Una diceria, che però sembra non avere grande fondamento, vuole che William Shakespeare prese una fatale polmonite in seguito ad una notte da leoni in compagnia del collega e amico Ben Jonson, col quale si ubriacò all’inverosimile fino all’alba…

Non sappiamo se sia vero…ma sarebbe bellissimo se qualcuno ci facesse un film in stile “una notte da leoni” ambientato all’epoca!!!

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Ma tanto noi amiamo Shakespeare lo stesso…

Non so come la pensate voi, ma tutte le teorie del mondo non riusciranno mai a scalfire la mia ammirazione per il grande William Shakespeare.

Mi sono innamorata di lui attraverso le storie e le parole delle sue opere teatrali. E ancora mi emoziono quando leggo i suoi sonetti. Per me solo questo vale e niente altro.

Ad ogni modo, se trovi affascinanti le teorie intorno al Bardo e ne vuoi scoprire delle altre, 30 grandi miti su Shakespeare” di Laurie Maguire e Emma Smith potrà soddisfare tutta la tua curiosità! 

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