Dopo aver conosciuto meglio la misteriosa Ignota di “Come tu mi vuoi” di Pirandello, oggi faremo la conoscenza di un personaggio maschile particolarmente coraggioso: il leale John Proctor de “Il Crogiuolo” di Arthur Miller.
A interpretare per noi il monologo di questo bel personaggio è l’attore Emilio Raspollini. Puoi vedere la sua interpretazione andando sul Canale Youtube Ufficiale di Teatro per Tutti.
Se vuoi sfidare il nostro amico e recitare anche tu questo bel monologo di Arthur Miller, allora scopri come fare entrando a far parte del gruppo facebook “Monologo del Mese“. In alternativa puoi saperne di più, andando a cliccare nella sezione “Monologhi” del sito di Teatro per Tutti.
Perché John Proctor?
John Proctor è la personificazione della lealtà e del coraggio. Uomini e donne come John Proctor sono una rarità nel mondo di oggi, come in quello di ieri.
Sono le persone che, con il loro esempio – spesso un sacrificio – riescono a riaccendere la ragione nella mente delle persone. Tracciando così la strada verso un mondo più giusto. Purtroppo però, la storia dell’umanità è ciclica e gli uomini tornano sempre a compiere gli stessi errori.
Ma fortunatamente ogni epoca ha il suo “John Proctor” pronto a sacrificarsi.
Chi è John Proctor?
John Proctor è il protagonista e l’eroe della storia scritta da Arthur Miller. È colui che con il proprio sacrificio riuscirà a metter fine ad una carneficina, portata avanti da due ragazzine accusate di stregoneria nella Salem di fine seicento.
Le due ragazze, Betty e Abigail, sono rispettivamente figlia e nipote del reverendo Samuel Parris, parroco di Salem.
Nonostante John Proctor sia un personaggio positivo, la luce della ragione in una piccola comunità cattiva e ottusa, non è un uomo esente da colpe. Ma a differenza degli altri personaggi creati da Arthur Miller, sa prendersi le proprie responsabilità.

La genesi de “Il Crogiuolo”
“Il Crogiuolo” è stato scritto da Arthur Miller dopo un’attenta ricerca circa gli eventi, realmente accaduti, nella comunità di Salem nel 1692.
In quell’anno nella cittadina del Massachusetts venne portato avanti un grande processo che vide coinvolte, con l’accusa di stregoneria, circa centocinquanta persone.
È proprio partendo dai carteggi del processo e da questi antichi documenti che nel 1953 il drammaturgo e giornalista Artuhr Miller ha dato vita al suo dramma in quattro atti.
“Il Crogiuolo” di Arthur Miller non è solo un’opera letteraria, ma è anche un vero e proprio atto di accusa al clima di oppressione e di sospetto che si respirava negli Stati Uniti del Maccartismo.
Se non hai mai avuto occasione di leggerlo, te lo consiglio vivamente. Qui sotto trovi il link al libro su amazon.
La trama de “Il crogiuolo”
La vicenda del dramma di Arthur Miller prende avvio in una fredda mattina, all’interno della casa del reverendo Parris. Tutti i presenti sono in apprensione per le condizioni di Betty, distesa inerme sul letto, apparentemente senza sensi.
La ragazzina è infatti in questo stato da dopo che Parris, durante la notte, ha scoperto la figlia partecipare a riti occulti nel bosco vicino, assieme alla serva Tituba, alla cugina Abigail e altre ragazze del villaggio.
Inutili sono i tentativi di Abigail e Tituba di risvegliare Betty dal suo stato di apparentemente coma.
Nel frattempo sta per giungere in città il reverendo Hale, esperto di fenomeni occulti, chiamato appositamente per far luce sulla vicenda.
È quindi in quel momento che Abigail, spaventata dall’idea che possa essere accusata di stregoneria, accusa a sua volta di essere una strega la serva Tituba, dicendo che l’ha costretta a partecipare a quei riti.
A dar manforte a questa falsa accusa è la stessa Betty, che improvvisamente apre gli occhi e dichiara di essere stata stregata.
La caccia alle streghe
Da questo momento in poi le ragazze che hanno partecipato al rito, capeggiate da Abigail, iniziano ad accusare di stregoneria svariati cittadini di Salem. E hanno, di fatto, potere di vita e di morte sui loro concittadini.
Le giovani, infatti, vengono viste da tutti come vittime innocenti di un potere demoniaco e tutto quello che loro dicono viene preso per vero, aprioristicamente.
In verità, queste ragazze (e Abigail in particolare) accusano di stregoneria qualsiasi persona che non va loro a genio.
È infatti a questo punto della trama che Arthur Miller fa entrare in gioco John Proctor.
Prima dell’inizio degli eventi raccontati, Abigail e John hanno avuto una breve relazione clandestina durante il periodo in cui la ragazza era domestica in casa Proctor.
Abigail poi è stata cacciata di casa dalla moglie di John, Elizabeth, dopo che il marito le ha confessato il tradimento.
Abigail, una ragazzina innamorata ma anche tremendamente vendicativa, accusa di stregoneria la povera Elizabeth, condannandola di fatto alla forca.

Il sacrificio di John Proctor
John Proctor, aiutato anche dalla sua domestica Mary Warren che ha partecipato ai riti nel bosco, cerca di spiegare ai giudici e ai reverendi quanto le accuse di Abigail siano infondate, ma nessuno vuole credergli.
Arriva quindi a dichiarare davanti alla corte il suo aduleterio, nella speranza che questo possa aprire gli occhi dei giudici sulle reali intenzioni di Abigail.
Ma l’ignoranza e la superstizione hanno la meglio sulla ragione, e Elizabeth non viene scagionata. Anzi, gli eventi durante il processo precipitano a tal punto che lo stesso Proctor viene accusato di stregoneria.
Ormai la città è in preda ad una isteria di massa, dove chiunque può essere accusato di essere servo del Diavolo e finire condannato a morte.
L’unico modo che Proctor ha di essere scagionato è di dichiarare di essere un servo del Diavolo, dichiarando di fatto il falso.
Ma nel momento in cui gli viene chiesto di accusare di stregoneria qualcun altro, seguendo l’insana logica che sta alla base dei processi in città e che dà la possibilità al condannato di scagionarsi, John Proctor si rifiuta affermando di essere responsabile solo delle sue colpe.
“Il Crogiuolo” si conclude con John Proctor che coraggiosamente si avvia verso il patibolo.
Il Monologo di John Proctor
Il monologo che ho scelto per la nostra rubrica è quello che Arthur Miller fa pronunciare al nostro valoroso Proctor durante il processo, di fronte ai giudici e ai reverendi.
In questo momento della vicenda de “Il Crogiuolo”, la moglie Elizabeth è già stata accusata di stregoneria da parte di Abigail e John Proctor è pronto a tutto pur di scagionarla e evitarne la morte.
Al processo quindi, tenta l’ultima carta che gli rimane: mettere nella pubblica piazza il suo errore di adulterio con Abigail, in modo da dimostrare l’infondatezza delle accuse della ragazza.
Perr Proctor non è facile confessare il suo aduleterio. È un uomo profondamente pentito, pieno di rabbia e frudstrazione per il suo comportamento. E roso dal senso di colpa.
Ma è con estrema dignità che racconta il suo adulterio al processo, rivelando la sua natura di persona giusta e coraggiosa.
Il testo del monologo
Io l’ho conosciuta, signore. L’ho conosciuta. (La voce sta per spezzarsi ed è in preda ad una gran vergogna) Nel luogo più appropriato… sulla lettiera delle mie bestie. L’ultima notte della mia vita serena, otto mesi fa. Faceva la serva in casa mia, signore. (serra i denti per non piangere)
Un uomo può credere che Dio dorma, ma Dio vede tutto. L’ho capito ora. Vi prego, signore, vi supplico… giudicatela per quella che è. Poco tempo dopo, mia moglie, la mia cara buona moglie, ha preso questa ragazza, signore, e l’ha buttata fuori di casa.
E siccome lei è quella che è, un mostro di vanità, signore… (è quasi sopraffatto, poi indignato contro se stesso) Sperava di ballare insieme a me sulla tomba di mia moglie! Ha avuto ragione di pensarlo, perché io l’avevo trattata con tenerezza. Dio mi perdoni, ho peccato con lei e in quel sudore c’era una promessa.
Ma la sua è la vendetta di una sgualdrina e dovete rendervene conto. Mi sono messo completamente nelle vostre mani. Sono certo che ora mi crederete. Ho messo in piazza il mio onore. Ho scavato la fossa al mio buon nome… dovete credermi, signor Danforth!
Mia moglie è innocente; soltanto sapeva riconoscere a prima vista una sgualdrina!
E tu, come lo faresti?
Se hai voglia di interpretare anche tu John Proctor, da “Il Crogiuolo” di Arthur Miller, allora prendi coraggio e buttati!
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E infine non preoccuparti se pensi di non avere il “physique du rôle” o l’età giusta per recitare il personaggio di John Proctor. A noi va benissimo lo stesso.
Vogliamo solo vedere come reciteresti tu questo monologo.
Aiutaci a rendere virale il teatro!