Eccoci arrivati ad un nuovo appuntamento del Monologo del Mese. Lo scorso mese abbiamo conosciuto la buffa innamorata di Karl Valentin con la sua “Lettera d’Amore”.
Oggi invece conosciamo un personaggio maschile che si prende gioco dell’amore e delle donne, il Don Giovanni di Molière.
A interpretare per noi questo personaggio e il suo monologo è Lorenzo. Puoi vedere la sua interpretazione nel Canale Youtube ufficiale di Teatro per Tutti.
Se ti va di sfidare Lorenzo e dare la tua interpretazione di questo divertente personaggio, allora entra a far parte del Gruppo Facebook Monologo del Mese e invia il tuo video!
Perché Don Giovanni?
La scelta è caduta su questo personaggio maschile, perché Don Giovanni ormai fa parte della cultura europea. Questo donnaiolo impenitente è stato infatti inventato in Spagna da Tirso de Molina che scrisse la commedia “L’Ingannatore di Siviglia” nel 1616. Il personaggio ebbe poi un così grande successo, che venne ripreso da vari autori teatrali e compositori musicali, non solo durante il Seicento ma anche nei secoli successivi. E perfino il nostrano Goldoni ne fece una sua versione, nel 1735.
Chi è Don Giovanni?
Prima di procedere e conoscere il testo del monologo di questo mese, è bene parlare brevemente di questo personaggio e di come la tragicommedia di Molière si sia sviluppata.
Come detto, Don Giovanni è un personaggio teatrale nato in Spagna dalla fantasia di Tirso de Molina, pseudonimo di Gabriel Tèllez, un frate convertitosi alla letteratura e al teatro.
È facile intuire che la sua commedia con protagonista Don Giovanni sia stata scritta perché servisse come esempio e monito a ogni trasgressore della morale e della legge divina.
Sapere quale è l’opera originaria da cui il personaggio di Don Giovanni è tratto è importante, perché ci serve per capire la sua psicologia.
Il Don Giovanni di Tirso de Molina è un uomo completamente dedito ai piaceri, soprattutto quelli carnali. Tale presupposto lo porta a vedere la donna solo come un oggetto di conquista, per cui è impensabile ipotizzare che possa avere per una delle sue mille amanti un po’ di trasporto emotivo.
Il Don Giovanni di Molière
Lo stesso si può affermare per il Don Giovanni nato dalla penna di Molière e che fu messo in scena la prima volta il 15 Febbraio 1665.
Secondo gli studiosi, intraprendere la stesura di questa tragicommedia fu una scelta frettolosa da parte di Molière. Sembra infatti che il commediografo insieme alla sua compagnia si era visto rifiutare la messinscena di un’altra commedia, “Il Tartuffo”.
La nascita di questa opera quindi non avviene per scelta autonoma da parte di Molière, ma piuttosto per esigenze di programmazione che ne hanno fatto una sorta di operazione commerciale. L’esigenza di Molière e della sua compagnia era infatti quella di trovare una nuova commedia in tempi ristretti e che fosse allo stesso tempo gradevole al pubblico di allora. Il seduttore impenitente che finisce con l’essere condannato dalla giustizia divina era un soggetto che già era stato ripreso da diverse compagnie italiane, con grande successo. Motivo per cui anche Molière ha tentato questa strada, introducendo nella trama la figura del servo Sganarello, molto cara agli spettatori francesi di allora.
La Trama
Quando si apre il sipario, la tragicommedia si apre in medias res, perciò un avvenimento importante ai fini della trama si è già compiuto. Don Giovanni ha sedotto Donna Elvira, convincendola ad abbandonare il convento. Poi ovviamente, come è abituato a fare, abbandona la povera ragazza per andar a caccia di altre conquiste.
Il nobile donnaiolo si è infatti recato in città, dove ad attenderlo ci sono molto probabilmente dei familiari di un uomo che ha ucciso in duello e potrebbe quindi subire la loro vendetta. Ma Don Giovanni, oltre ad essere un inguaribile libertino, è anche una persona sprezzante del pericolo e sempre alla ricerca dell’avventura, non solo amorosa. Nonostante la sua condotta, Don Giovanni si reputa un cattolico ma non mostra mai segni di pentimento per quel che fa.
Nel corso della vicenda inanella conquiste amorose una dietro l’altra, sebbene diversi personaggi a lui vicini cerchino di farlo desistere dal condurre questo tipo di esistenza. Tra quest’ultimi c’è suo padre e la stessa Donna Elvira. Ma il nostro protagonista, sebbene con Donna Elvira sembra mostrare un minimo di pentimento, non resiste alla “sete di conquista” e non riesce a reprimere la sua natura di donnaiolo. Probabilmente neanche ci prova più di tanto. Tra le sue mille peripezie, non mancano momenti comici e divertenti, tuttavia la storia non può non finire con la morte del protagonista, trascinato giù negli inferi.
Il Monologo di Don Giovanni
Il monologo che andiamo a conoscere da vicino è quello che Don Giovanni pronuncia nella seconda scena del primo atto. Agli occhi del pubblico questo può essere considerato un vero e proprio monologo di presentazione del protagonista. Don Giovanni infatti, parlando con il proprio servo Sganarello che tenta di distoglierlo dall’esistenza libertina che sta conducendo, difende il suo stile di vita mostrando di possedere un’ottima retorica.
Don Giovanni, senza avere neanche il benché minimo senso di colpa, difende il suo essere donnaiolo dicendo che non è giusto dedicarsi per tutta la vita ad una sola donna, quando molte altre sono lì pronte ad aprire il loro cuore a lui. Inoltre, spiega piuttosto chiaramente che in questo eterno gioco di seduzione lui trova irresistibile il sapore della conquista e perciò non è assolutamente in grado di legarsi ad una sola donna.
Il testo del Monologo
Don Giovanni, Atto Primo – Scena Seconda
Come! Vorresti che un uomo fosse costretto a limitarsi alla prima donna che gli piace, che rinunciasse per lei a vivere e che non avesse più occhi per nessun’altra? No, no, la costanza è la virtù delle persone da poco…
Ogni bella donna ha il diritto di sedurci, e il vantaggio di essere arrivata prima non deve togliere alle altre il diritto, che tutte giustamente rivendicano, di aspirare al nostro cuore. Dovunque io la trovi, la bellezza mi conquista, e cedo volentieri alla dolce violenza con la quale mi attira. Per quanti obblighi abbia preso, l’amore che ho per una donna non mi induce assolutamente ad essere ingiusto verso le altre; conservo occhi per vedere i meriti di tutte, e concedo a ciascuna quelle attenzioni e quei tributi che la natura rende doverosi.
Comunque sia, non posso rifiutarmi di offrire il mio cuore a ciò che mi par
degno d’essere amato: ne avessi diecimila, di cuori, e un bel volto me li chiedesse, tutti li darei! Le simpatie nascenti, in definitiva, hanno un fascino inspiegabile, e tutto il piacere dell’amore è nei suoi mutamenti. Estrema è la dolcezza che si prova nel conquistare, con infiniti complimenti, il cuore di una bella giovane, nell’osservare giorno dopo giorno i progressi ottenuti, nel combattere con ardore, con sospiri e pianti, l’innocente pudore di un’anima che cede l’armi a fatica, nel vincere a poco a poco le sue piccole resistenze e condurla dolcemente là dove vogliamo che giunga.Ma una volta che la conquista è fatta, non c’è più nulla né da dire né da volere; tutto il bello della passione se n’è fuggito via, e nella tranquillità di quell’amore finiamo per addormentarci, finché un nuovo oggetto non viene a risvegliare il desiderio e a sedurre il nostro cuore con l’attrattiva irresistibile di una conquista da fare. Infine, niente è così dolce come il trionfare sulla resistenza di una bella personcina; ho la stessa ambizione dei conquistatori, che volano perennemente di vittoria in vittoria e non possono certamente limitare l’impeto del loro volere. E quindi nulla può arrestare l’impeto dei miei desideri: ho un cuore che può amare il mondo intero; e come Alessandro vorrei che ci fossero altri mondi, per estendere le mie conquiste amorose.
E tu come lo faresti?
Se hai voglia di interpretare il monologo di questo inguaribile e simpatico donnaiolo, allora non perdere tempo e buttati!
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Infine non ti preoccupare se pensi di non avere il “physique du rôle” o l’età giusta per recitare il personaggio di Don Giovanni, a noi va benissimo lo stesso. Vogliamo vedere come interpreteresti tu questo personaggio di Molière.
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