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Il monologo di Chiàrchiaro da La Patente di Pirandello

Il monologo di Chiàrchiaro da La Patente di Pirandello

Ben ritrovati con il secondo appuntamento di quest’anno della nostra rubrica “Monologo del Mese”.

Dopo aver conosciuto V, personaggio femminile nato dalla penna di Stefano Benni, oggi affrontiamo un personaggio pirandelliano davvero celebre: Chiàrchiaro, il protagonista dell’atto unico “La Patente“.

Ad interpretare per noi questo personaggio particolare è l’amico e attore Sergio Giovannini.

Puoi vedere la sua interpretazione andando nel Canale Youtube Ufficiale di Teatro per Tutti. Se poi hai voglia di interpretare a tua volta Chiàrchiaro allora scopri come fare cliccando sulla nostra pagina web “Monologhi” e poi entra a far parte del gruppo Facebook “Monologo del Mese”.

Perché Chiàrchiaro?

“La Patente” è una delle novelle di Pirandello che preferisco.

In questa storia, all’apparenza divertente, si nasconde in realtà la tragedia umana del protagonista causata dall’ignoranza e dalla superstizione delle persone che lo circondano.

Chi è Chiàrchiaro?

Chiàrchiaro è un onesto padre di famiglia, che lavora presso il banco dei pegni.

La sua vita, però, viene stravolta dal momento in cui nel paesello in cui vive si sparge la diceria che lo vuole jettatore.

La gente inizia così a essere diffidente nei suoi confronti e perde addirittura il lavoro, ritrovandosi sul lastrico in poco tempo.

La trama di “La Patente”

Per conoscere meglio Chiàrchiaro, è bene raccontare brevemente la trama della storia che lo vede, suo malgrado, protagonista.

Fin dalle primissime battute della commedia, si capisce che Chiàrchiaro è vittima da ben due anni di un atroce malinteso, alimentato dalla forte superstizione che ammorba le menti di tutti.

Chiunque infatti fa gesti di scaramanzia e di scongiuri anche solo nel sentire nominare Chiàrchiaro.

Perfino le persone più colte e istruite credono a questa cattiva diceria e non vogliono avere niente a che fare con Chiàrchiaro e gli altri membri della sua famiglia.

Solo il giudice D’Andrea, l’altro protagonista dell’atto unico, sembra essere abbastanza intelligente per capire che non esistono jettatori nella realtà.

E proprio al giudice D’Andrea spetta di sbrogliare il caso giuridico che vede lo stesso Chiàrchiaro denunciare per diffamazione il figlio del sindaco e un assessore del paese.

Il giudice quindi convoca Chiàrchiaro presso il proprio ufficio per parlare del caso.

Ed è proprio in quel frangente che lo spettatore capisce le reali intenzioni di Chiàrchiaro.

Il nostro protagonista, infatti, ormai stanco di lottare contro una diceria che lo vuole jettatore, e vessato da una situazione finanziaria ormai insostenibile, decide di trarre del buono da questa cattiva faccenda.

Se le persone ormai lo credono Jettatore, è arrivato il momento di accontentarle.

Non proverà mai più a disfarsi di questa cattiva reputazione, ma anzi la userà a proprio vantaggio.

Per questo motivo pretende dal giudice D’Andrea il rilascio di una Patente certificata di Jettatore, in modo tale che possa farne una professione.

La tematica delle Maschere

La vicenda di Chiàrchiaro è un atto unico davvero potente. Ha tutto ciò che più amo in una storia: fa ridere, ma stimola anche una riflessione nello spettatore.

La storia divertente e grottesca di Chiàrchiaro ci fa capire innanzitutto quanto la superstizione e l’ignoranza siano un male che si annida anche nelle persone più istruite.

Ma “la patente” ci comunica anche quanto ognuno di noi sia schiavo di una maschera, la nostra immagine pubblica rivolta agli altri, che spesso non coincide con il nostro vero essere.

Chiàrchiaro non è uno jettatore, è una persona normale come me e te. Eppure tutti quelli che lo circondano ormai vedono in lui qualcuno che porta il malocchio.

E Chiàrchiaro per non soccombere, decide di accettare questo suo destino, cercando di trarne vantaggio.

A ben vedere, questa vicenda che sicuramente ci fa sorridere, non è così divertente perché cela dietro di sè una visione davvero pessimistica della società in cui viviamo.

Il Monologo di Chiàrchiaro

Il monologo che ti propongo è tratto dal lungo dialogo che Chiàrchiaro ha con il giudice D’Andrea, quando viene convocato da quest’ultimo nel suo studio.

Il protagonista si presenta al giudice “vestito da jettatore”, perché ormai è deciso a dar alla gente l’immagine che le persone si sono fatte di lui.

Al contrario il giudice D’Andrea vorrebbe aiutare Chiàrchiaro a ribellarsi e liberarsi da questa falsità, conscio del fatto che Chiàrchiaro non è uno jettatore.

Ma il nostro protagonista è irremovibile nella sua decisione e pretende che il giudice gli consegni la patente di Jettatore.

Io sono stato assassinato, signor giudice! Sono un povero padre di famiglia. Lavoravo onestamente.

Mi hanno cacciato via e buttato in mezzo a una strada, perché jettatore!

n mezzo a una strada, con la moglie paralitica, da tre anni in un fondo di letto, e con due ragazze, che se lei le vede, signor giudice, le strappano il cuore dalla pena che le fanno, belline tutte e due; ma nessuno vorrà più saperne, perché figlie mie, capisce?

E lo sa di che campiamo adesso tutt’e quattro? Del pane che si leva di bocca il mio figliuolo, che ha pure la sua famiglia, tre bambini! E le pare che possa fare ancora a lungo, povero figlio mio, questo sacrificio per me?

Signor giudice, non mi resta altro che di mettermi a fare la professione di jettatore! Intanto, mi vede, mi sono combinato con questo vestito. Faccio spavento! Questa barba… questi occhiali…

Appena lei mi fa ottenere la patente, entro in campo! Lei dice, come?

Me lo domanda, ripeto, perché è mio nemico! Sissignore, lei! Perché s’ostina a non credere alla mia potenza!

Ma per fortuna ci credono gli altri, sa? Tutti, ci credono! Questa è la mia fortuna!

Ci sono tante case da giuoco nel nostro paese! Basterà che io mi presenti. Non ci sarà bisogno di dir niente. Il tenutario della casa, i giocatori, mi pagheranno sottomano, per non avermi accanto e per farmene andar via!

Mi metterò a ronzare come un moscone attorno a tutte le fabbriche; andrò a impostarmi ora davanti a una bottega, ora davanti a un’altra.

Là c’è un giojelliere? Davanti alla vetrina di quel giojelliere mi pianto lì, (eseguisce) mi metto a squadrare la gente così, (eseguisce) e chi vuole che entri più a comprare in quella bottega una gioja, o a guardare a quella vetrina? Verrà fuori il padrone, e mi metterà in mano tre, cinque lire per farmi scostare e impostare da sentinella davanti alla bottega del suo rivale.

Capisce? Sarà una specie di tassa che io d’ora in poi mi metterò a esigere!

Perché ho accumulato tanta bile e tanto odio, io, contro tutta questa schifosa umanità, che veramente credo, signor giudice, d’avere qua, in questi occhi, la potenza di far crollare dalle fondamenta un’intera città!

Si tocchi signor giudice! Si tocchi!

E tu, come lo faresti?

Se anche tu hai voglia di dar vita al personaggio di Chiàrchiaro, non ti resta altro da fare che accettare la sfida del nostro amico Sergio!

Come ripetiamo sempre, siamo consce del fatto che l’interpretazione da noi proposta non è quella “giusta”. Questa è solo la versione del nostro amico e sicuramente ne esistono tantissime altre!

Noi di Teatro per Tutti siamo curiose di vedere come reciteresti tu questo monologo!

Non fare il timido e buttati!

Entra a far parte del nostro gruppo facebook “Monologo del Mese“e partecipa alla sfida! Per capire come partecipare, segui le indicazioni scritte nel gruppo o visita la pagina web “Monologhi”.

Nel caso pensi possa tornarti utile, ti comunico che abbiamo pubblicato un Manuale di Dizione.

In questo modo, se hai dei difetti di pronuncia o un forte accento, puoi tentare di correggerlo per farti capire meglio da tutti! Nel nostro gruppo infatti potrai essere visto da attori provenienti da tutta Italia!

Una buona dizione, anche se non obbligatoria, è molto apprezzata!

Se vuoi, puoi anche leggere i nostri tutorial di recitazione, che possono aiutarti a chiarire alcuni concetti base.

Non si sostituiscono ad una buona scuola di recitazione, ma possono comunque esserti molto utili!

E non ti preoccupare se pensi di non avere il “physique du rôle” o l’età giusta per recitare questo personaggio, a noi va benissimo lo stesso. Vogliamo vedere come lo interpreteresti tu.

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