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Monologo da “La misteriosa scomparsa di V” di Stefano Benni

Monologo da “La misteriosa scomparsa di V” di Stefano Benni

Oggi approfondiamo la conoscenza di un monologo tratto da “La misteriosa scomparsa di W” di Stefano Benni (Qui puoi acquistare la raccolta Teatro in cui Benni ha inserito questo magnifico atto unico).

Ad interpretare questo monologo è… la sottoscritta!

Puoi vedere il video di questo monologo andando sul Canale Youtube ufficiale di Teatro per Tutti. Se poi ti viene  voglia di recitare a tua volta questo particolare personaggio femminile, allora ti invito a visitare la nostra pagina web dedicata ai monologhi e a far parte del nostro gruppo facebook “Monologo del Mese“.

Perché V?

La scelta è caduta proprio su questo monologo, perché amo la scrittura ironica, particolare e graffiante di Stefano Benni.

Stefano Benni è riuscito a creare, ancora una volta, un personaggio femminile davvero particolare, sopra le righe.

V è però anche un personaggio molto profondo, e le sue bizzarrie ci servono per capire le storture della società contemporanea.

Trama e Significato di La Misteriosa Scomparsa di W di Stefano Benni

Per capire meglio chi è V, è bene dare un’occhiata alla trama della piece teatrale da cui è tratto.

“La misteriosa scomparsa di W”, che fa parte della raccolta Teatro, è un lunghissimo monologo in cui la protagonista si racconta al pubblico.

Ed è proprio attraverso le sue parole che capiamo che V non riesce a conformarsi alla società in cui è inserita. Che è poi la nostra società attuale, piena di luoghi comuni, di regole e di etichette.

V invece è altro.

V è autentica, vive la sua esistenza senza le sovrastrutture che la società vuole imporle.

V è una paziente psichiatrica ed è perciò attraverso il suo sguardo di emarginata che gli spettatori guardano le storture e le bizzarrie della nostra collettività.

La nostra è infatti una società che ci vuole tutti conformi e che quindi etichetta come pazze le persone come V. E cerca di cambiarle.

Ecco che allora i continui sbalzi di umore di V, la sua ingenuità che si alterna a torpiloquio acquistano un significato diverso.

Perché, nonostante le sue stranezze, questa giovane donna ha uno sguardo più che lucido sulla realtà sociale in cui siamo immersi. Il suo è uno sguardo disincantato, che ci svela il volto più brutto e meschino della realtà che viviamo ogni giorno.

V quindi, è alla disperata ricerca di qualcuno come lei, di qualcuno che abbia la sua stessa visione del mondo.

Ma è una ricerca spasmodica e fallimentare. Per questo motivo si parla di “Misteriosa scomparsa di W”.

La nostra protagonista non riesce a trovare un’altra “V” che la completi. Una “V” che crei quella doppia V (W) in modo da renderle meno angoscioso vivere in questa società, così meschina con lei.

Il Monologo di V

Il monologo che ho selezionato per questo nostro primo appuntamento con il Monologo del Mese è tratto dal prologo del testo teatrale di Stefano Benni.

In questa parte, Stefano Benni fa raccontare a V il giorno della sua nascita.

E il suo è un racconto fantasioso e fantastico, dall’atmosfera bizzarra e surreale.

Tuttavia, riesce a sintetizzare benissimo le caratteristiche principali di V e il suo rapporto con la realtà che ci circonda.

V infatti racconta la sua nascita come qualcosa di miracoloso.

Sembra che la sua venuta al mondo sia qualcosa di estremamente positivo e che coincida con una serie di miracoli che delizia l’esistenza di degenti, infermieri e medici dell’ospedale in cui è venuta alla luce.

Poi però, non appena la neonata V mette il naso fuori dal nosocomio, ecco che si scontra duramente con la nostra società. Ed è così che la nostra protagonista perde “la fiducia nel mondo”.

Il testo del Monologo di V, di Stefano Benni

Il giorno che io nacqui un sole improvviso meraviglioso entrò dalla finestra della sala parto e illuminò la scena, mia madre lanciò un trillo melodiosissimo, da soprano e senza sofferenza alcuna mi sparò in aria come una paletta di cannone, io feci una doppia capriola e ricaddi esattamente tra le braccia del primario, un uomo bellissimo, brizzolato, virile, non fumatore, e in quell’attimo – MIRACOLO.

Per la gioia a tutti i presenti ricrebbero i capelli, a chi non li aveva, si indorarono a chi li aveva, e una suora cresimina si spogliò della sua palandrana rivelando un corpo stupendo abbronzato, nato per l’amore, e un infermiere rozzo bitorzoluto unto la prese lì per terra, con il trasporto la dolcezza di un quindicenne, e MIRACOLO!

Tutti i malati si alzarono dai letti e invasero le corsie cantando, battendo il tempo con le stampelle e i gamboni di gesso, ognuno reggendo la sua flebo come un dono, e MIRACOLO!

I collassati si riebbero, i fratturati saldarono e i nefritici filtrarono, gli anemici rinsanguarono, i diabetici si amareggiarono, e tutti fecero cerchio intorno per vedere me, la bambina più bella del mondo, io, Vu!

E ci si inoculò morfina, si bevvero sciroppi e anche i più a lungo lungodegenti si levarono dai loro capezzali secolari e le loro piaghe da decubito erano diventati splendidi tatuaggi di draghi e di sirene e “a casa!” dissero, “andiamo a casa, perché abbiamo una casa, parenti, amore che ci aspetta!”

E il primario dei primari vetusto barbuto occhi dardeggianti, uno Zeus, disse: “ Ci dispiace che ve ne andiate. Questo ospedale sarà vuoto senza di voi”.

E in quell’istante dalla sala operatoria venne un chirurgo alto, bruno, virile, non inquisito, e tra le mani sporche di sangue reggeva qualcosa di umido e rosso. E al suo fianco c’era l’operato che si teneva la pancia. Così, ma era felice, non era affatto spaventato e il chirurgo alzò in alto la cosa umida e gridò: “Guardate! Guardate cos’aveva in pancia il signore! Non era una metastasi, no… era un triciclo!”

Un piccolo triciclo rosso, per me! E io vi salii. Avevo solo dieci minuti di vita, ma io vi salii. E partii, pedalando nel corridoio. tra le ali di degenti plaudenti e dalle camere mi lanciavano chi cioccolatini, chi vecchi biscotti, chi libri o settimanali e gridavano: “Non sappiamo più cosa farcene di queste cose, siamo guariti!”

E così uscii dall’ospedale, tra lo scampanio delle autoambulanze e fuori (si arresta un attimo, si rattrista) fuori c’era una nebbia pesante, densa soffocante e un ingorgo di macchine che fumavano per il calore come rocce vulcaniche e una canea di clacson e volti cerei e dentro le macchine guidatori agonizzanti che morivano lentamente, accelerando… e uno degli ingorgati, vedendomi rosea neonata, sudata col triciclo rosso che cercavo di passare davanti nella fila, mi mirò, aspettò, spalancò lo sportello dell’auto e bam!… mi centro.

Poi mi prese per il collo e disse “Credi che la vita sia tutta rosa e fuori eh, puttanella?”

Fu allora, che persi la fiducia nel mondo.

E tu, come lo faresti?

Scommetto che a molti di voi sia venuta la voglia di interpretare questa giovane donna così bizzarra e dolce. Per me è stata davvero una bella sfida! Mi sono impegnata molto e mi sono messa in gioco con un personaggio fuori dal comune, creato da Stefano Benni, che mi ha entusiasmata.

Come vi ripetiamo sempre, il video che  proponiamo non vuole essere assolutamente l’indicazione di come dovrebbe essere fatto questo monologo. Questa è infatti solo una mia personale interpretazione di V. E sono consapevole che possono essercene innumerevoli altre! Noi di Teatro per Tutti siamo infatti curiose di vedere come reciteresti tu queste parole!

Perciò, bando alla timidezza e buttati!

Entra a far parte del nostro gruppo facebook “Monologo del Mese“e partecipa al nostro gioco! Puoi seguire le indicazioni presenti nel gruppo o leggerle nella nostra pagina web “Monologhi”.

Abbiamo anche pubblicato un Manuale di Dizione, che potrebbe esserti utile per esercitarti un po’ prima di realizzare il tuo video. In questo modo, se hai dei difetti di pronuncia o un forte accento, potrai riuscire a correggerlo per farti capire meglio da tutti! Nel nostro gruppo infatti potrai essere visto da attori provenienti da tutta Italia! Una buona dizione, anche se non obbligatoria, è molto apprezzata!

Se vuoi, puoi anche leggere i nostri tutorial di recitazione, che possono aiutarti a chiarire alcuni concetti base.

Non si sostituiscono ad una buona scuola di recitazione, ma possono comunque esserti molto utili! E non ti preoccupare se pensi di non avere il “physique du rôle” o l’età giusta per recitare questo personaggio, a noi va benissimo lo stesso. Vogliamo vedere come la interpreteresti tu.

In poche parole, divertiti anche tu a rendere Virale il Teatro! 🙂

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