Dopo la pausa estiva, eccoci tornati con il nostro consueto appuntamento del “Monologo del Mese“. Ci eravamo lasciati con l’intenso monologo di Blanche da “Un tram che si chiama desiderio”.
Adesso è la volta di un altro personaggio femminile passato alla storia e celebre in tutto il mondo, la terribile Medea di Euripide (se non lo hai mai letto, qui trovi il libro su Amazon)
A interpretare per noi questo complesso personaggio è la nostra Elisa Puccini. Puoi vedere il video della sua interpretazione, visitando il canale Youtube ufficiale di Teatro per Tutti.
Se hai voglia di sfidare Elisa e interpretare anche tu questo bel monologo, allora scopri come fare andando nella sezione “Monologhi” del nostro sito web ed entra a far parte del nostro gruppo Facebook “Monologo del Mese”. Potrai caricare il video della tua interpretazione e condividere la tua esperienza con centinaia di altri attori provenienti da tutta Italia.
Perché Medea?
La scelta è caduta su questo personaggio femminile (di cui ti ho già parlato nell’articolo “I 10 personaggi femminili più belli della storia del teatro“), perché Medea è parte integrante della nostra cultura occidentale. La sua figura infatti non è una creatura originale del grande drammaturgo Euripide, ma è figlia della mitologia greca.
Medea è un personaggio dalle origini antichissime, eppure grazie ad Euripide riesce ad essere un personaggio estremamente moderno.
La sua modernità deriva dal fatto di essere una donna forte e debole, allo stesso tempo.
È forte, perché in un mondo dominato da una visione maschilista, riesce a tenere testa e a contrapporsi a suo marito Giasone. Ma è anche debole, perché si lascia dominare dalla forza brutale della sua rabbia e della sete di vendetta, che la porterà a distruggere la propria stessa famiglia.
Chi è Medea?
Medea è l’assoluta protagonista della tragedia omonima di Euripide. È la fedele moglie dell’eroe greco Giasone, a cui ha donato degli splendidi bambini che ama immensamente.
È una donna straniera, che per amore del marito, ha abbandonato la propria patria seguendolo fino a Corinto.
Per lei l’amore è totale e deve essere vissuto nella sua pienezza. Innamorata follemente di Giasone è arrivata a compiere tradimenti e uccisioni pur di rimanergli fedele. E si aspetta da Giasone un amore altrettanto incondizionato e assoluto.
Tuttavia il suo consorte ha una visione dell’amore diversa.
Quando la informa che per questioni politiche ed economiche ha acconsentito di sposare Glauce, la figlia del re di Corinto, Medea non può accettare un simile affronto.
Non può sopportare di essere messa in un angolo, di diventare una seconda moglie. E la disperazione e la delusione saranno indicibili per lei. Ma ancor più grande sarà la sua rabbia e tremenda la sua sete di vendetta.

La trama
Per capire ancora meglio il temperamento di Medea e i motivi che la spingono ad agire con una vendetta tanto brutale, è bene far qualche cenno alla sua storia e quindi alla trama della commedia di Euripide.
Medea si è trasferita a Corinto, dopo aver aiutato il suo amato Giasone e gli Argonauti a conquistare il vello d’oro che apparteneva a suo padre.
Aiutare Giasone nel portare a termine questa impresa, significava per la nostra protagonista tradire suo padre e tutto il suo popolo, arrivando addirittura ad uccidere suo fratello.
Sacrifici che la ragazza, nipote della potente maga Circe, fa senza pensarci su due volte, utilizzando non solo le arti magiche di cui è esperta, ma anche una notevole dose di astuzia e di coraggio.
A Corinto, Medea è una donna straniera in una terra, quella greca, che non le appartiene e che non l’accoglie mai fino in fondo. Medea tuttavia non se ne cura, per lei l’unica cosa che conta veramente è stare al fianco del suo sposo Giasone e creare con lui la sua nuova famiglia.
L’idillio di Medea però non dura che qualche anno. Creonte, il re di Corinto, propone a Giasone di sposare sua figlia Glauce. L’eroe greco vede in questo matrimonio un vantaggio politico ed economico, poiché significa ereditare il regno di Corinto e perciò acconsente al matrimonio senza alcuna remora.
Il suo unico problema per la realizzazione del matrimonio con Glauce è Medea.
La donna non accetta assolutamente questo matrimonio. Pretende da Giasone un amore incondizionato e totale, lo stesso che lei prova per lui.
Invano la nostra protagonista prega l’ormai ex marito di tornare sui suoi passi, facendo riferimento a tutti i sacrifici che lei ha fatto per lui.
Allo stesso modo, a niente valgono le argomentazioni senz’altro più materiali di Giasone, che cerca di convincere Medea del fatto che il suo matrimonio con la figlia del re è un bene per tutti, soprattutto per i loro figli che avranno sicuramente una vita più agiata.
Giasone è irremovibile sulla sua decisione e a Medea non resta altro che meditare vendetta.
Medea e la sua rabbia distruttiva
Da una donna come Medea, non possiamo aspettarci una reazione remissiva ad un tale affronto. Certo, anche Medea si dispera e piange, ma ben presto le lacrime lasciano posto alla rabbia. E la rabbia la portano a meditare vendetta.
Una vendetta atroce, che non risparmia nessuno.
L’obiettivo di Medea non è farsi giustizia, ma far soffrire Giasone.
Innanzitutto, uccide tra terribili sofferenze la povera Glauce, donandole delle vesti intrise di veleno mortale. La stessa sorte toccherà anche al re di Corinto, nel momento in cui proverà ad aiutare la figlia a togliersi la veste.
Poi, non ancora soddisfatta, decide di togliere all’ormai ex amante il bene più grande: i figli.
Non senza ripensamenti, dubbi e dolore Medea giungerà alla conclusione che Giasone deve soffrire per tutta la vita e rimanere solo al mondo. Per questo motivo arriva ad uccidere i suoi stessi figli.
Solo ora la sua vendetta è compiuta.
Una vendetta totale, brutale. E distruttiva.
Il monologo di Medea
Il monologo che la nostra Elisa ha interpretato per noi è proprio quello in cui Medea medita la sua tremenda vendetta.
A questo punto della vicenda, la protagonista ha già discusso animatamente con ormai l’ex consorte.
Lo ha pregato e supplicato di non lasciarla per Glauce.
Ma Giasone, completamente dimentico dei tanti sacrifici che la donna ha fatto per lei, si comporta in modo davvero meschino ed egoista. È irremovibile. Così ha deciso e così agirà.
A Medea non resta altro che sfogare tutta la sua rabbia e la sua delusione in una vendetta assoluta, senza mezze misure. Una vendetta che, aomeno in questo piano iniziale, non comprende l’uccisione dei figli.
Una vendetta che espone al coro di donne corinzie, cioè un gruppo di donne con cui Medea si confida. Donne che, in qualche misura, cercano di convincere Medea a non andare avanti con il proprio proposito. Ma, ovviamente, ogni loro tentativo sarà del tutto inutile.
Il testo del monologo di Medea
Da ogni parte tutto va male, chi può negarlo? Ma la cosa non finirà così, non lo pensate. Ci sono ancora pericoli per questi novelli sposi e non piccoli affanni per il suocero. Credi forse che lo avrei blandito, se non per mio vantaggio o per qualche trama? Non gli avrei nemmeno parlato altrimenti, e non l’avrei supplicato con queste mani. E lui è arrivato a tanta stoltezza, che pur potendo sventare i miei piani cacciandomi da questa terra, mi concesse di restare per questo giorno, in cui stenderò cadaveri tra i miei nemici: il padre, la figlia e mio marito.
E pur avendo molte vie di morte, non so, mie care, a quale porrò mano per prima: se darò alle fiamme la mia dimora nuziale, o pianterò loro nel fegato una spada affilata, penetrando silenziosamente nella loro stanza da letto. C’è solo un pericolo: se verrò sorpresa mentre penetro nella casa a compiere il mio piano, sarò uccisa e derisa dai miei nemici. Allora è meglio la via diretta, di cui sono espertissima per natura: ucciderli col veleno.
Ecco, sono morti.
Ma poi, quale città mi accoglierà? quale ospite offrendomi la sua terra come asilo e la sua casa come rifugio, mi proteggerà? Non ce n’è! Ma restando ancora per poco, se mai mi appaia un baluardo sicuro, e se dovessi morire io stessa, li ucciderò entrambi e avrò la forza di osarlo.
No, per la signora che venero sopra tutte e che ho scelta come collaboratrice, per Ecate che abita nei recessi del mio focolare, nessuno di costoro godrà a straziare il mio cuore. Amare nozze preparerò loro e un’amara parentela e triste esilio per me.
Su dunque, non risparmiare nessuna delle arti che conosci, Medea: decidi e agisci. Muovi alla cosa terribile: ora è il momento del coraggio! Vedi quello che ti fanno: e tu non devi far ridere gli sposi, Giasone e la discendente di Sisifo, tu figlia di un nobile padre e della stirpe del sole sei sapiente!
E tu, come lo faresti?
Se hai voglia di interpretare anche tu lo straordinario personaggio di Medea, allora buttati!
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Per te, abbiamo anche pubblicato un Manuale di Dizione, che può tornare utile per esercitarti, se pensi di avere un forte accento. Nel nostro gruppo potrai essere visto da attori provenienti da tutta Italia e una buona dizione, anche se non obbligatoria, è comunque apprezzata.
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E infine, vogliamo lasciarti un’ultima raccomandazione: non ti preoccupare se pensi di non avere il “physique du rôle” o l’età giusta per recitare il personaggio di Medea, a noi va benissimo lo stesso.
Vogliamo solo vedere come la interpreteresti tu e confrontarci!
Aiutaci a rendere virale il teatro!
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