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Il Monologo “Lettera d’Amore” di Karl Valentin

Il Monologo “Lettera d’Amore” di Karl Valentin

Eccoci ad un nuovo appuntamento del nostro progetto “Monologo del Mese”.

Stavolta facciamo la conoscenza di un’innamorata un po’ particolare, che scrive una lettera d’amore insolita all’amato che sembra non essere particolarmente innamorato di lei. Si tratta di un monologo dalla comicità no sense, nato dalla genialità di un attore e cabarettista del primo novecento, Karl Valentin.

Il monologo è “Lettera d’Amore” e ad interpretarlo è… la sottoscritta. (Se ti piace questo ipo di comicità e vuoi conoscere meglio questo atuore, allora ti consiglio di acquistare la raccolta teatrale “Tingeltangel” in cui potrai leggere questo monologo e altri pezzi teatrali. Ti lascio link Amazon al libro).

Mi sono davvero divertita molto ad interpretare questo pezzo teatrale e se vuoi vedere il mio video, vai sul Canale Youtube Ufficiale di Teatro per Tutti. Se hai voglia di sfidarmi, allora entra a far parte anche tu del gruppo Facebook “Monologo del Mese”.

La scelta di interpretare questo divertente pezzo teatrale deriva dal fatto che apprezzo molto questo tipo di comicità. Una comicità che dissacra la realtà di tutti i giorni, fin dalle fondamenta. Ma la peculiarità è che questa comicità non parte dalle situazioni, ma piuttosto dal linguaggio.

È una comicità che gioca quindi sulle parole e sui dialoghi, per poi svelare con un riso disincantato che non sempre la società in cui viviamo è così “normale” come crediamo.

Karl Valentin e il suo Cabaret No sense.

Karl Valentin, nato a Monaco di Baviera nel 1882, sebbene abbia avuto una famiglia che tentasse di indirizzarlo nella ditta del padre come falegname, fu attratto dal teatro fin da giovane.

Anche se le sue prime esperienze teatrali furono un insuccesso, Valentin riuscì a farsi notare dal pubblico tedesco non appena iniziò a mettere in scena i monologhi e gli sketch scritti di suo pugno. Trovò quindi un ingaggio presso il teatro di Monaco, il Frankfurter Hof. Qui si esibì, conoscendo anche un’altra cabarettista bavarese, Liesl Karistadt, con cui formò un proficuo duo comico.

Ben presto la sua comicità no sense divenne famosa in tutta la Germania, non solamente tra gli spettatori dei vari teatri in cui si esibiva, ma anche tra gli intellettuali di allora.

Il Cabaret di Karl Valentin era infatti piuttosto innovativo.

Come detto in precedenza, la particolarità dello humor di Valentin è che si basa sostanzialmente sul linguaggio, piuttosto che sulla creazione di situazioni strane e grottesche. Con Valentin, infatti, è proprio il linguaggio ad essere strano e bizzarro, dando così vita a personaggi buffi e simpatici.

Anche se prettamente comico e cabarettistico, l’apporto di Karl Valentin al teatro tedesco è fondamentale. I suoi testi sono stati infatti il punto di riferimento di alcuni dei più grandi drammaturghi tedeschi del novecento, come Bertolt Brecht. Questo a sottolineare il fatto che il Cabaret, quando è fatto bene, è arte e spettacolo esattamente come quelli di un’opera teatrale di due o più atti.

Proprio grazie alla creazione di testi così privi di logica, Karl Valentin può essere anche considerato una sorta di anticipatore del Teatro dell’Assurdo, il cui massimo esponente è Samuel Beckett.

Il Monologo “Lettera d’Amore”

Anche questo monologo di Karl Valentin è scritto con un linguaggio assurdo, privo di qualsiasi logica. Assurdità che viene fuori fin dalla data della presunta lettera d’amore, una data che non esiste nel calendario!

L’obiettivo è, chiaramente, quello di stimolare il riso e il divertimento dello spettatore che non può giungere che ad una conclusione, una volta che il monologo sia stato finito: l’innamorata in questione ha scritto una lettera discretamente lunga, senza tuttavia dire niente di concreto.

“Lettera d’amore” è perciò una vera e propria parodia dell’archetipo della fanciulla sedotta e abbandonata.

Chi pronuncia il monologo infatti non è nemmeno un personaggio vero e proprio, ma solamente un modello del personaggio dell’innamorata triste, non più contraccambiata. E il fatto che la firma che appone alla fine della lettera sia proprio N.N. (Non Nominato) sottolinea questo fatto.

D’altronde, praticamente tutti i personaggi di Karl Valentin nei suoi sketch non sono veri e propri personaggi, ma esemplari di determinate categorie di persone o modelli letterari che l’autore prende in giro sfacciatamente.

Gennaio,33 Monaco 1925 e 1/2
Mio Caro Amato,
con mani piene di lacrime prendo la penna nelle mie mani e ti scrivo. Perché da tanto tempo non mi hai più scritto, quando ancora l’altro giorno mi hai scritto che mi avresti scritto se non ti scrivevo io? Ieri mi ha scritto anche mio padre. Scrive di averti scritto. Ma tu non mi hai scritto una sola parola del fatto che lui ti ha scritto. Se tu mi avessi scritto almeno una sola parola sul fatto che mio padre ti ha scritto, io avrei scritto a mio padre che tu gli avresti voluto scrivere, ma che purtroppo non avevi avuto il tempo di scrivergli, altrimenti gli avresti scritto. È una cosa ben triste questo nostro scriverci, perché tu non hai scritto in risposta ad uno solo degli scritti che io ti ho scritto. Sarebbe diverso se tu non sapessi scrivere, perché allora io non ti scriverei affatto, tu invece sai scrivere però non scrivi lo stesso quando io ti scrivo. Chiudo il mio scritto con la speranza che ora finalmente mi scriverai, altrimenti questo sarà l’ultimo scritto che io ti ho scritto. Se tu però anche questa volta non mi dovessi scrivere, scrivimi almeno che non mi vuoi scrivere affatto, così se non altro saprò perché non mi hai scritto. Perdona la mia brutta scrittura, mi viene sempre il crampo dello scrivano quando scrivo.
A te naturalmente il crampo dello scrivano non verrà mai. Perché tu non scrivi mai.
Saluti e baci. N.N.

E tu come lo faresti?

Non hai voglia anche tu di interpretare questo personaggio così assurdo e divertente? Se è così, prendi coraggio e buttati!

Il nostro è una sorta di gioco che ha il solo scopo di condividere insieme la bellezza della recitazione, attraverso l’interpretazione dei più bei monologhi teatrali di sempre.

Non pretendiamo quindi di indicare quale sia l’interpretazione giusta. Ogni monologo può essere recitato in modo differente, avere sfumature diverse a seconda dell’attore o dell’attrice lo interpreta.

E noi siamo curiose di vedere come interpreteresti tu questo personaggio!

Se hai voglia di metterti in gioco, allora vieni a far parte del nostro gruppo facebook “Monologo del mese” e partecipa seguendo le indicazioni presenti nel gruppo o leggile nella nostra pagina web “Monologhi”.

Nel caso possa interessarti, abbiamo scritto anche diversi articoli pieni di suggerimenti e consigli per chi vuole diventare attore, nel nostro Tutorial di Recitazione. Siamo consapevoli che i nostri articoli non possono certamente sostituirsi ad una buona scuola di recitazione, ma siamo convinte che possano rivelarsi utili per chi sta intraprendo questo tipo di formazione!

Inoltre, abbiamo scritto anche un Manuale di Dizione, che può tornarti utile se, mentre reciti, si sente un po’ il tuo accento dialettale. Nel nostro gruppo Facebook, infatti, puoi trovare attori e attrici provenienti da qualsiasi parte d’Italia, e sebbene non sia un requisito obbligatorio, avere una buona dizione è comunque gradito! 😉

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