Dopo aver conosciuto da vicino il giovane Clov da Finale di Partita, adesso facciamo la conoscenza di un personaggio femminile nato dalla penna del geniale William Shakespeare, la Regina Gertrude, nonché madre del famosissimo Amleto. (Qui puoi acquistare il libro)
A interpretare per noi questo monologo è Elisa Puccini, la nostra esperta di recitazione e di teatro. Puoi vedere il video della sua interpretazione, andando sul canale Youtube ufficiale di Teatro per Tutti.
Se hai voglia di cogliere la sfida di Elisa e provare anche tu ad interpretare questo monologo, allora entra a far parte del gruppo facebook Monologo del Mese!
Perché Gertrude?
La scelta è caduta su questo bel personaggio perché la regina Gertrude è senza dubbio uno dei personaggi Shakesperiani più difficili da interpretare.
La difficoltà risiede, a mio avviso, soprattutto nel fatto che è un personaggio decisamente poco positivo all’interno della vicenda, anche se non la si può definire una vera e propria antagonista.
Gertrude è condannata da suo figlio Amleto perché si è sposata con suo cognato, dopo pochissimo tempo essere diventata vedova .
A noi spettatori Gertrude potrebbe non star molto simpatica, perché agli occhi dello stesso protagonista è un essere fragile e probabilmente meschino. Per definirla, infatti, Amleto dirà una delle sue massime più celebri “fragilità il tuo nome è donna!“.
È quindi in virtù di questa sua ambiguità, che Gertrude entra di diritto nella nostra rubrica del monologo del mese.
Chi è Gertrude?
Rispondere a questa domanda è semplice solo in apparenza. Gertrude è infatti un personaggio po’ misterioso e il suo ruolo nella trama dell’Amleto è piuttosto complesso.
E forse, per capire chi è Gertrude è meglio raccontare in breve la trama della tragedia.
Nella fredda corte di Danimarca, lo spettro del defunto re appare al figlio Amleto chiedendogli di vendicarlo della propria morte. Nel fare questo, lo spirito racconta al protagonista di essere stato avvelenato dal fratello Claudio, il quale dopo poco tempo ha sposato la regina Gertrude, salendo così al potere.
Il triste principe di Danimarca, venuta a sapere questa verità, si propone di vendicare il padre. Deciso com’è ad agire in solitudine, non fidandosi troppo dei vari membri della corte, si finge pazzo per agire indisturbato e trovare quindi il modo migliore per uccidere il re fratricida.
Ovviamente il suo comportamento sopra le righe attira le attenzioni di Claudio e della madre Gertrude. Mentre la seconda è sinceramente preoccupata per il figlio, il primo ha il forte sospetto che Amleto sappia del suo delitto, quindi cerca con ogni mezzo di allontanarlo dal palazzo e di ucciderlo.
Una serie casuale di eventi provoca accidentalmente la morte di altri personaggi, che vengono travolti in una spirale di morte incontrollata, fino a giungere ad un triste epilogo.
La regina dell’ambiguità
Gertrude è probabilmente la regina dell’ambiguità.
Se certamente si può definire mancanza di tatto il suo sposarsi con il cognato Claudio all’indomani della morte del marito, tuttavia non si può affermare con assoluta certezza che abbia preso parte, assieme al neosposo, all’omicidio del re. Nel corso dell’opera infatti non ci sono prove o testimonianze a riguardo.
E a rendere ancora più problematico l’esprimere un giudizio da parte nostra nei confronti di Gertrude sono i costanti amore e preoccupazione che la donna prova per suo figlio.
A leggere o a sentire le sue parole ci riesce davvero difficile credere che possa essere una donna così spietata, tanto da arrivare ad approvare l’uccisione di suo marito.
Quel che è certo è che Gertrude è travolta dagli eventi, un po’ come la innocente Ofelia… Tuttavia non è così naturale definire Gertrude vittima, come invece ci viene facile affermare della povera figlia di Polonio.
E per me, è proprio in questa ambiguità della regina che sta tutta la sua bellezza!

Il monologo di Gertrude
IL monologo che ha interpretato la nostra Elisa viene pronunciato dalla regina nel quarto atto. A questo punto della vicenda, gli eventi sono ormai precipitati e tutto lascia presagire che le cose non finiranno per niente bene.
La nostra Gertrude ha assistito, inerme, ad una spirale di odio e di morte a cui non ha saputo mettere un freno. Ormai è certa della pazzia del figlio e, con molta probabilità, lo ritiene responsabile della pazzia della dolce e fragile Ofelia, e indirettamente della sua morte.
Nel monologo che riportiamo, Gertrude si rivolge a Laerte, figlio di Polonio e fratello di Ofelia.
Con difficoltà, cerca di trovare le parole più giuste per dire al giovane che la sua amata sorella non c’è più. E lo fa, a mio modo di vedere, con delicatezza e dolcezza, lasciando trasparire un sincero affetto per quella povera ragazza che, con ogni probabilità, ha visto crescere e a cui è molto legata.
Il Testo del monologo
Atto Quarto, scena Settima
Una disgrazia incalza alle calcagna un’altra, tanto presto si succedono.
Laerte, tua sorella è annegata.
C’è un salice che cresce di traverso ad un ruscello e specchia le sue foglie nella vitra corrente; qui ella venne, il capo adorno di strane ghirlande di ranuncoli, ortiche, margherite e di quei lunghi fior color porpora che i licenziosi poeti bucolici designano con più corrosivo nome, ma che le nostre ritose fanciulle chiamano “dita di morto”.
Lassù, mentre ella si arrampicava per appendere l’erboree sue ghirlande alle fronde pendule un ramo, invidioso, s’è spezzato e gli erbosi trofei e ella stessa sono caduti nel piangente fiume.
Le sue vesti, gonfiandosi sull’acqua, l’han sostenuta per un poco a galla, nel mentre ch’ella come una sirena, cantava spunti di amtiche canzoni, come incosciente della sua scagiura o come una creatura d’altro regno e familiare con quell’elemento.
Ma non per molto, perché le sue vesti appesantite dall’acqua assorbita trascinarono la misera dal letto del suo canto ad una fangosa morte.
E tu, come lo faresti?
Se, dopo aver letto questo articolo, ti è venuta voglia di sfidare Elisa, interpretando anche tu questo bel monologo di Gertrude, non fare la timida e buttati!
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E infine non preoccuparti se pensi di non avere il “physique du rôle” o l’età giusta per recitare il personaggio di Gertrude. A noi va benissimo lo stesso.
Vogliamo solo vedere come reciteresti tu questo monologo e poi confrontarci!
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