Molto spesso si sente parlare dell’importanza di fare Teatro per le persone con disabilità, come ad esempio le persone con la Sindrome di Down. Personalmente non mi sono mai occupata di questa particolare sfera del teatro, ma non ho mai avuto dubbi sulla sua efficacia terapeutica per persone con problematiche di questo tipo.
Tutta questa mia certezza, che forse per alcuni può sembrare presunzione, deriva solo dalla mia esperienza. Il teatro per me, persona “normale”, ha fatto e fa ancora tantissimo.
Recitare e salire sul palco mi permette di esplorare quei lati del mio carattere che spesso tengo nascosti o che nemmeno io conosco così bene. Il Teatro mi permette di conoscere meglio me stessa, ogni giorno. E mi fa bene. Fare teatro mi fa stare bene.
Se il teatro è così terapeutico per me, persona inserita nella società, quanto può far bene a chi, per la propria condizione di salute, ne è ai margini?
Abbiamo già parlato del Teatro fatto da carcerati, in questo articolo.
Ma ci sono molti altri ragazzi e ragazze che, a causa della loro disabilità (come la Sindrome di Down ad esempio), sono ai margini della società.
C’è ancora tanta, troppa ignoranza e può capitare che anche chi non ha pregiudizi non sappia bene come approcciarsi nei confronti di queste persone.
Ho la fortuna di conoscere, attraverso amicizie in comune, un grande uomo che lavora tutti i giorni con persone e ragazzi disabili, Lamberto Giannini.
Un professore e un uomo di teatro che fa della sua professione una vera e propria vocazione.
Lo si capisce da come parla del suo lavoro, da come parla dei suoi ragazzi della compagnia “Mayor Von Frinzius“.
Ed è per questo che ho voluto conoscere questa persona e fargli alcune domande sulla funzione terapeutica del teatro per i disabili.
Chi è Lamberto Giannini.

Lamberto Giannini, oltre essere docente presso un liceo della mia città, è anche un pedagogista esperto della relazione tra genitori e figli e formatore di docenti. È autore di diversi libri, tra cui il recente “Adolescenza, età delle esplosioni” che ti consiglio di leggere se sei genitore di ragazzi di quest’età.
Il suo lavoro teatrale con i ragazzi con disabilità inizia nel 1997, quando fonda la compagnia teatrale “Mayor Von Frinzius” in collaborazione con lo psicologo e terapeuta Pier Giorgio Curti dell’associazione Anffas, una Onlus che si occupa dei diritti delle persone con disabilità.
La compagnia “Mayor Von Frinzius” è una grande compagnia, non solo per lo splendido lavoro che svolge con le persone disabili.
La “Mayor Von Frinzius”, di cui Giannini è anche regista oltre che fondatore, è grande anche per il suo organico e conta ben 90 attori di cui la metà sono persone e ragazzi con disabilità.
Nel corso degli anni la compagnia ha partecipato a numerosi festival nazionali ed internazionali, uscendone vincitrice: Benevento 2011, Wroclaw 2013, Alba 2015, Trani 2016.
Da Luglio 2006 la “Mayor Von Frinzus” vanta inoltre la collaborazione con la Fondazione Teatro Carlo Goldoni di Livorno, che da più di dieci anni crede nei progetti teatrali di Lamberto Giannini e collabora attivamente per la realizzazione degli spettacoli della compagnia.
Il lavoro di Giannini all’interno della Compagnia è così importante, che anche un attore di fama nazionale come Paolo Ruffini ha deciso di dare il proprio contributo alla “Mayor Von Frinzus”, collaborando con Lamberto nel 2016 per la realizzazione di uno spettacolo che ha debuttato il 30 Gennaio alla Città Del Teatro di Cascina, “Un grande abbraccio – Up”.
Ma adesso passo la parola a Lamberto Giannini, così possiamo conoscere meglio la funzione del teatro per Disabili.
1. Quali sono i benefici del fare teatro per i ragazzi disabili?
I benefici per i ragazzi disabili sono gli stessi benefici per qualsiasi persona che faccia teatro. Il teatro, di per sé, è terapeutico.
Ovviamente fare teatro per ragazzi come questi è anche qualcosa di più. Sono ragazzi che provengono da una marginalità sociale e che hanno stile di vita differenti dal resto delle persone, quindi per loro salire sul palco e recitare è anche una forma di riscatto sociale.
Il teatro permette a queste persone di reinserirsi nel meccanismo sociale da cui sono state escluse, ed è per questo quasi una sorta di rivoluzione sociale.
Proprio per questo motivo nella mia compagnia “Mayor Von Frinzus” faccio un lavoro impegnativo, perché non voglio per questi ragazzi disabili un teatro dall’applauso facile. Voglio che si impegnino tanto e infatti lavoriamo tantissimo.

2. Quali sono il tuo approccio e il tuo metodo di insegnamento nei confronti dei ragazzi disabili durante i tuoi corsi e laboratori di teatro?
Il mio approccio con i ragazzi deve essere, a causa del grande numero di attori della compagnia, quello del Domatore. E’ l’unica alternativa che ho per gestire un così grande numero di persone. In questo modo posso dare ritmo e energia a quello che facciamo e ho la possibilità di assumere credibilità. Tutto ciò me lo posso permettere perché nella compagnia abbiamo strutturato un metodo di insegnamento che si basa sulle idee del filosofo e psicologo francese Jacques Lacan e sullo “Specchio sociale” e la “transizionalità” del pediatra e psicanalista Donald Winnicot.
Il metodo è ormai così ben consolidato che i ragazzi disabili che sono nella compagnia da tanto tempo ormai hanno strutturato tutti questi meccanismi. E perciò per gli attori non disabili o per i nuovi ragazzi disabili che si avvicinano alla compagnia, è semplice inserirsi e ritrovare questi meccanismi. Ormai questo metodo è parte integrande della nostra compagnia e si respira nell’aria.
3. Le istituzioni come si comportano nei confronti del teatro per disabili? Qual è la tua esperienza?
Tutto sommato, da questo punto di vista non mi posso certo lamentare. Quando eravamo agli inizi del nostro lavoro, le istituzioni ci hanno considerato poco, ma continuando ad impegnarci a fondo è successo che il nostro teatro alla fine è riuscito a entrare nel meccanismo sociale. Ed è stato a quel punto che le istituzioni si sono accorte di noi. E tutt’oggi, infatti, siamo sostenuti dalla Fondazione Goldoni che ci produce. Inoltre riceviamo un sostegno importante anche dalla Banca di credito cooperativo di Castagneto Carducci.
Sicuramente servirebbe qualcosa di più a livello nazionale. Penso che sia necessario istituire un fondo per il Teatro Sociale, perché chi fa teatro coi disabili, come noi, non può accedere al FUS cioè al Fondo Unico per lo Spettacolo.

4. Le persone comuni come si approcciano nei confronti del teatro fatto da persone disabili?
Be, forse si approcciano anche troppo bene! 🙂 A volte ci regalano applausi anche quando, in verità, ce li meritiamo poco.
E a me questo non piace. A me piace ricevere l’applauso quando lo meritiamo davvero. Anche perché quello che stiamo facendo con la nostra compagnia non è poco.
Non è un gioco. E’ qualcosa di più grande.
Penso che il nostro sia davvero un tentativo artistico di ottimo livello.
Sono molto orgoglioso di quello che facciamo e mi piace quando il nostro lavoro viene preso davvero sul serio.
Il Teatro ci rende tutti uguali
Dopo aver parlato con Lamberto Giannini è naturale pensare che non ci sono poi così tante differenze tra chi è definito “normale” e le persone con disabilità.
Pensaci un attimo. Le emozioni e le sensazioni che proviamo prima di salire sul palco sono le stesse per chiunque di noi sta per andare in scena. La differenza sta nel modo in cui affrontiamo queste sensazioni. Ma loro, le sensazioni, sono le stesse per tutti. Anche per le persone con disabilità.
Fare teatro, salire sul palco e recitare di fronte a un pubblico ci rende orgogliosi. Noi in quel momento facciamo qualcosa che non tutti avrebbero il coraggio di fare. Per le persone con disabilità è esattamente la stessa identica cosa.
Salire sul palco, esibirsi e vincere le nostre paure è una sfida che vinciamo ogni volta che portiamo a termine uno spettacolo. E quella è la stessa sfida che vivono e vincono anche le persone con disabilità che recitano.
E allora, alla fine… dove stanno le differenze? In cosa “loro” sono diversi?
Lamberto Giannini con le sue parole, non solo ci ha permesso di conoscere un po’ meglio come funziona e quanto bene possa fare il Teatro per disabili.
Ci ha fatto soprattutto capire che il Teatro non fa discriminazioni. Il teatro non fa differenze come invece a volte fa la società tra chi è “normale” e chi è con disabilità.
Il Teatro ci rende tutti uguali!
Lamberto Giannini ci ha insegnato tanto con le sue parole.
E a noi resta solo una cosa da fare, dirgli Grazie!