Cosa ti viene in mente se dico “Musical“?
A me fa venire subito in mente un’altra parola, “Broadway” e quindi scenografie spettacolari, coreografie, canti, cori, balli…e il cuore mi si riempie di meraviglia al solo pensiero! Il Musical infatti, per noi spettatori è proprio questo: è emozione e meraviglia. E’ lasciarsi trasportare dalla musica e tornare un po’ bambini.
Ma per chi sta sul palco, invece, cosa significa? Che qualità bisogna possedere per essere un interprete di musical, per essere un Performer? E’ più importante saper cantare, saper ballare o saper recitare?
Queste sono alcune delle curiosità che ho sempre avuto su questo fantastico mondo, che purtroppo non ho mai avuto l’occasione di approfondire. Per cui ho deciso di rivolgere queste domande a un “performer” di professione, che da diversi anni calca i maggiori teatri italiani. Emiliano Geppetti!
Ma Chi è Emiliano Geppetti?
Se di recente hai assistito a due dei musical più di successo degli ultimi anni, molto probabilmente l’hai visto all’opera!
Emiliano è stato un esuberante Ciuchino in “Shrek” e un divertentissimo Lumiere in “La bella e la bestia”. Ma le sue esperienze in questo campo non si sono certo esaurite in questi due spettacoli, che pure hanno avuto entrambi tour nazionali ricchi di date.
Il suo incontro col favoloso mondo del Musical risale all’autunno del 2000, quando si avvicina al teatro musicale, entrando nel cast di “Little Shop of Horrors” della compagnia Spazio Teatro di Livorno, ricoprendo il ruolo del Dr. Orin Scrivello. Da quel momento Emiliano non ha più smesso di mettersi in gioco e di impegnarsi a fondo, regalandoci esibizioni e interpretazioni meravigliose come il suo strabiliante Frank N’ Furter in “The Rocky Horror Picture Show“, diretto da Paolo Ruffini, reggendo degnamente il confronto con Tim Curry, il leggendario Frank del cult movie omonimo.
Emiliano, nel corso della sua carriera, ha partecipato a tantissimi altri spettacoli musicali d’importanza nazionale, lavorando con la Compagnia della Rancia e condividendo la scena con artisti di fama nazionale, come Michelle Hunziker. E non ha certo intenzione di fermarsi! Attualmente infatti è in giro per l’Italia con “Jesus Christ Superstar – XX anniversario“, al fianco di Ted Neeley (il celebre Gesù del cult “Jesus Christ Superstar”) e si esibisce anche con la sua band, i mitici “Gary Baldi Bros“, di cui è la voce solista e co-autore di alcuni brani.
Parliamo un po’ di Musical!
In mezzo a tutti questi impegni, Emiliano è riuscito a trovare anche il tempo di metter su famiglia, diventando papà di un bellissimo bimbo! Ed è pure riuscito a trovare del tempo da dedicarci, concedendoci un’intervista in cui ci parla dell’importanza della recitazione all’interno del Musical!
1. Nella realizzazione di un Musical che peso ha la recitazione? Come si recita cantando? Esistono tecniche particolari? Se sì, quali?
E: Secondo la mia opinione la recitazione ha MOLTO peso! Per quanto si possa pensare che siano il canto e la danza ad avere un maggiore importanza, non ci dobbiamo dimenticare che il pubblico deve “credere” alla storia e, più in generale, deve credere a quello che vede. E soltanto se un personaggio è credibile può farlo, ergo se un interprete è un bravo attore! Al di là della definizione stessa di “recitar cantando” (che si trova anche su wikipedia! 🙂 ), nel teatro musicale per “recitar cantando” si intende la capacità di recitare nell’atto stesso del canto. Questo anche a scapito di una o più note in partitura (per farlo si deve avere ben chiaro quello che si dice, ndr). Ovviamente quando si parla di “tecniche” ci si riferisce alle tecniche di recitazione che si insegnano in tutte le scuole. Quale sia più adatta o meno è solo una scuola di pensiero, ma questa è una cosa che va oltre al genere del Musical.
2. Se un cantante volesse fare le selezioni per far parte del cast di un Musical, che tipo di provino dovrebbe affrontare? E quindi, secondo te, è più adatto a fare musical un bravo cantante che sa recitare, o un bravo attore che sa cantare?
E: Per esperienza personale ti posso dire che per un cantante “puro” entrare a far parte di uno spettacolo teatral-musicale è dura! Primo perché in teatro non si canta “e basta”, ma si recita, e poi perché a meno che non si tratti di un’opera popolare e/o a partitura continua ci saranno anche delle parti in prosa. Oppure, se si tratta di un Musical di un certo tipo ci sarà anche da ballare! In conclusione, non è facile se non si è preparati. E in virtù di quanto ho detto sopra circa il “recitar cantando”, sicuramente a fare un musical è più adatto un bravo attore che sa cantare!
3. Facendo riferimento ai tuoi ruoli di Ciuchino e Lumiere, ci puoi illustrare quali sono gli aspetti fondamentali della comicità in un musical? Anche nei musical esistono i tempi comici come nel teatro di prosa?
E: Certo! I tempi comici esistono in tutto il teatro e si sbaglia a pensare che il Musical sia diverso dalla prosa. Perché IL MUSICAL E’ TEATRO!
Facendo specifico riferimento ai ruoli che hai citato, le storie sono un po’ diverse.
Per quanto riguarda Lumiere devo dire che è uno di quei casi in cui NON DEVI sforzarti a essere divertente, perché la parte e lo spettacolo sono scritti così bene che devi solo fare quello che devi. Certo si potrebbe dire che serve un certo carisma, questo si, ma non da “comico puro”. Anche se devo confessarti che interpretare questo ruolo in questo spettacolo mi ha fatto capire molte cose (vuoi perché inserito all’interno della “coppia” Lumiere&DinDon, vuoi perché l’attore che mi affiancava, Simone Leonardi è davvero bravo).
Per quanto riguarda Ciuchino invece il discorso cambia. Lo script di Shrek in teatro non è così “ricco” di battute o trovate divertenti…e questo vuol dire che spesso la comicità del personaggio è lasciata all’estro dell’attore! In fase di allestimento, infatti, ci siamo fatti molte domande, abbiamo improvvisato, cambiato, etc. E anche in questo caso ho avuto la fortuna di lavorare a fianco di Claudio Insegno (attore comico e regista dello spettacolo, ndr) che ha “limato” quello che noi attori proponevamo e ci ha guidati, con il suo prezioso supporto, verso un certo risultato.
4. Facendo riferimento al tuo ruolo di Pilato, quali sono invece gli aspetti della recitazione tragica da tenere in considerazione per interpretare ruoli di questo tipo?
E: Guarda, ti devo confessare che per quanto possa aver letto, studiato e visto, io mi sento “in difetto” rispetto a molti per non aver avuto la fortuna di frequentare una vera e propria accademia di recitazione. Quindi quello che faccio abitualmente è cercare di essere naturale! Certo devo studiare la parte, la storia, il personaggio, devo cercare di capire chi è, che cosa dice e perché, quali possono essere i suoi sentimenti… ma non parlerei di recitazione “tragica”! Altrimenti credo che si dovrebbe fare un passo indietro e tornare alla “vecchia” tragedia!
5. Celebre è stata la tua interpretazione del difficile ruolo di Frank in “Rocky Horror Picture Show”. Cosa ti senti di suggerire a chi deve interpretare un ruolo di questo tipo, per non renderlo banale o caricaturale?
E: Anche in questo caso mi sento di dire che conviene fare quello che dice il testo. E’ un personaggio fin troppo sopra le righe e si può rischiare di caricarlo troppo e renderlo comico! Certo, ci si devono fare un sacco di domande in merito a chi è questo tipo: da dove viene, che cosa gli piace, perché agisce in un certo modo… e le risposte non sono così scontate! Per quanto mi riguarda è un personaggio che è un po’ come un vestito. Lo sento “mio”.
Alcuni mi dicono che ne vedono i tratti in altre cose che faccio! 😀
6. Per concludere, cosa ti senti di consigliare a chi vuole intraprendere professionalmente questo percorso artistico?
E: Di avere innanzitutto “voglia” di fare. E poi di avere pazienza, tenacia e di volare sempre basso! Purtroppo il talento da solo non basta, così come lo studio da solo non basta. Ci vogliono anche molte altre cose, come la fortuna, la capacità di sapersi relazionare con gli altri, il carisma… Non è facile per nessuno. Neanche per quelli che potrebbero sentirsi già “arrivati”.
“Avere pazienza, tenacia e volare sempre basso”
Emiliano, con questa intervista, oltre a raccontarci come si rapporta con i personaggi che interpreta e cosa si deve saper fare per essere un Performer, ci ha lasciato anche un’importante lezione. Una lezione che si racchiude tutta in queste poche e semplici parole “avere pazienza, tenacia e volare sempre basso”.
Essere un artista (qualsiasi tipo di artista) infatti, è innanzitutto avere sempre voglia di mettersi in gioco. E’ credere in se stessi, certo, ma è anche sapere di avere sempre qualcosa da imparare. Essere artisti è “volare sempre basso”, riconoscere i propri limiti e avere la tenacia di impegnarsi per superarli. Essere un artista vuol dire saper essere umili. Ed Emiliano Geppetti è tutte queste cose. E’ un artista vero. E per me è stato un onore intervistarlo!
Hai delle curiosità sul Musical?
Come ti ho detto all’inizio di questo articolo, il musical è un lato del Teatro che mi ha sempre affascinato ma che non ho mai avuto modo di approfondire come avrei voluto. Perciò ho deciso di colmare questa lacuna facendo quattro chiacchere con vari protagonisti di questa fantastica arte. Se anche tu hai delle curiosità sul Musical a cui vorresti avere risposta, suggeriscimi delle domande attraverso il modulo dei commenti e io le porrò ai prossimi artisti che intervisterò!E ovviamente non dimenticare di iscriverti alla nostra newsletter se non vuoi rischiare di perderti i prossimi articoli e interviste su questo argomento!