Continuiamo a farci raccontare i mestieri dello spettacolo da chi può darci una visione d’insieme del settore, ovvero dalle associazioni che le tutelano.
In questo articolo parliamo della professione dello Scenografo con l’Associazione Italiana Scenografi Costumisti Arredatori (A.S.C.) e abbiamo scoperto tante cose interessanti per chi volesse intraprendere questa strada.
Visto che questa associazione tutela anche i costumisti, abbiamo rivolto loro anche alcune domande sul mestiere del Costumista, che puoi leggere nell’articolo: Il lavoro del Costumista.
Perché un’associazione di Scenografi?
1) Iniziamo conoscendo meglio la vostra associazione. Da quanti anni siete attivi? Quali sono state le esigenze che hanno portato i fondatori a creare un’associazione che riunisse queste figure professionali? Di cosa vi occupate e quali sono i servizi che proponete ai vostri associati?
La ASC è stata fondata nel 1977. Nel 2017, infatti, con una grande festa al Palazzo delle Esposizioni di Roma, abbiamo omaggiato i nostri primi 40 anni.
Sin dalla sua nascita, voluta da un gruppo di professionisti affermati sia nella scenografia che nel costume, la ASC è in prima linea per promuovere e difendere i mestieri del cinema, del teatro e dello spettacolo in generale di questo Paese.
Da anni, l’Associazione si prodiga per allestire mostre che raccontino al grande pubblico il lavoro dietro le quinte (non ultima, un’apprezzata esposizione dedicata ai collaboratori storici di Luchino Visconti, Maestri indiscussi dei mestieri del cinema, Piero Tosi e Mario Garbuglia). Per organizzare corsi di formazione, così da trasmettere alle nuove generazioni il nostro fare e il nostro sapere.
Per divulgare il più possibile il processo creativo che sta alla base di un’opera, anche attraverso la pubblicazione periodica della nostra rivista Scenografia&Costume, che racconta film, opere teatrali e serie tv dal nostro punto di vista, che è allo stesso tempo privilegiato e poco conosciuto.
Nella ASC, in cui sono presenti professionisti che lavorano in Italia e all’estero, contiamo un gruppo di soci onorari: i premi Oscar Milena Canonero, Gabriella Pescucci, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo e lo stilista Giorgio Armani.
Fa parte dell’Associazione anche un numero sempre crescente di soci junior, aiuti e assistenti che vengono supportati in più modi dai soci senior, in linea con la missione di fondo di ASC: trasferire il know-how ai più giovani.

La ASC è uno dei membri fondatori di Artscenico, la federazione europea delle associazioni di categoria.
Da sempre attenti alle necessità del territorio (non a caso la nostra sede, da poco ristrutturata, è nel cuore degli studi di Cinecittà) e alla società in cui viviamo, come soci abbiamo organizzato durante il periodo più duro di lockdown, quando ci veniva richiesto di stare a casa, un’asta benefica a favore di tutti quelli che non avevano una casa in cui restare.
Con “Dona un’opera” sono stati raccolti bozzetti di film, opere e spettacoli teatrali, opere dei soci ASC e artisti non soci, redatto un catalogo online e si è dato il via all’asta i cui proventi sono stati consegnati alla Onlus Binario 95 che si occupa dei senzatetto della Capitale.
Last but non least, la ASC elargisce energia e creatività per dar vita a importanti momenti di riflessione che possano migliorare non solo le condizioni di lavoro dei nostri soci, ma essere di abbrivio per il mondo della cultura e dello spettacolo.
A settembre 2021, per fare un esempio recente, l’Associazione ha organizzato a Cinecittà, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma e il sostegno di Roma Lazio Film Commission, Cinecittà e la Casa del Cinema, “Insieme per la ripresa del cinema e dello spettacolo”. Un incontro che voleva riunire alcuni dei soggetti più esposti alle difficoltà della pandemia per immaginare insieme nuove prospettive di lavoro, con un occhio attento al mercato internazionale che sempre più spesso richiede i nostri professionisti e le nostre maestranze.
Gli associati dell’ASC possono contare non solo su uno spazio a Cinecittà in cui incontrarsi per confrontare idee e progetti, opinioni e quanto può essere utile per migliorare il proprio lavoro, ma di assistenza legale, in materia di diritto d’autore, e di assistenza sindacale, in materia di contratto collettivo nazionale del lavoro troupes, (fermo dal 1999, tanto da richiedere da parte nostra una costante presenza ai tavoli di lavoro dei sindacati).
Infine, ogni socio, sia junior e che senior, ha diritto a una copia cartacea gratuita della rivista Scenografia&Costume (quadrimestrale bilingue, in italiano e in inglese) e a un abbonamento gratuito alla versione digitale, da consultare anche attraverso la app dedicata.
Come diventare Scenografo
2) Qual è il percorso formativo migliore per diventare scenografo in Italia? Quali competenze sono necessarie?
Sicuramente, dopo il liceo, è necessario frequentare una buona Accademia pubblica o privata.
In questo modo si potrà approfondire la conoscenza della storia del cinema e del teatro. E soprattutto si impareranno le tecniche necessarie per diventare scenografo. Tecniche di disegno e progettazione a mano libera, al tecnigrafo e con il computer attraverso programmi 2D e 3D di grafica e architettura.
Dopo l’accademia è necessario fare qualche stage su di un set cinematografico, uno studio televisivo, un teatro di prosa.
In questo periodo si dovrà coprire ruoli di assistenza: aiuto scenografo, aiuto arredatore, aiuto buyer, aiuto attrezzista, imparando così il mestiere sul campo.
3) Ci sono differenze sostanziali nell’attività dello scenografo quando lavora per il Teatro rispetto al Cinema o alla Televisione? Solitamente è consigliabile specializzarsi in un settore oppure è meglio saper passare da un mezzo all’altro?
Uno scenografo completo deve poter essere in grado di poter passare dalla televisione alla pubblicità, dal cinema al teatro.
Naturalmente ci sono molte differenze tra costruire una scena per il cinema e una scena in teatro.
Nel cinema la qualità della costruzione deve essere il più realistica possibile, nella struttura, nelle proporzioni e nella finitura.
Parliamo di infiniti materiali da rifare con tecniche pittoriche artigianali. E oggi anche con le nuove tecnologie di stampa che riescono a riprodurre alla perfezione qualsiasi tipologia di superficie.
In teatro il lavoro è totamente differente. Le proporzioni sono tutte sfalsate. In teatro si usano le false prospettive e colori più contrastati e per raggiungere un risultato visivo efficace da ogni latitudine della platea.
Per realizzare una scenografia teatrale serve uno studio accurato della prospettiva e delle diverse tipologie di palcoscenico.
Insomma bisogna sia in un caso che nell’altro studiare e disegnare, documentarsi e saper copiare.
4) Quanto hanno influenzato il lavoro dello Scenografo le nuove tecnologie? Esistono dei software di riferimento che è necessario conoscere? O è un mestiere ancora “fatto a mano”? Quanto è importante restare aggiornati sui nuovi materiali e sulle nuove tendenze?
Nel lavoro dello Scenografo è molto importante saper disegnare a mano libera e al tecnigrafo. Entrambi i metodi sono necessari per la fase dell’ideazione del progetto.
Solo in un secondo momento si può passare all’utilizzo di tutti i software di grafica e architettura.
5) Dal punto di vista legislativo, quale riconoscimento ha la figura dello scenografo in Italia? Secondo voi quali miglioramenti sarebbero necessari per una maggiore tutela?
Il mestiere di scenografo è riconosciuto dal contratto nazionale.
Un miglioramento dovrebbe avvenire proprio dal punto di vista contrattuale.
Molte voci del contratto sono ancora regolate a discrezione delle produzioni.
Molto spesso possono essere sottoposte ad una trattativa ad personam a seconda dell’importanza dello scenografo e del tipo di progetto.
Vuoi diventare uno scenografo?
Come abbiamo visto nell’intervista dedicata al mestiere del costumista, anche per diventare scenografi non basta avere alle spalle una buona formazione, anche se importante e necessaria.
Per imparare il mestiere dello scenografo è fondamentale affiancare gli scenografi più esperti.
E bisogna essere pazienti, cercando di imparare ricoprendo dapprima il ruolo di aiuto scenografo, ma anche far da assistenti ad arredatori, buyer e attrezzisti.
Lo scenografo, insomma, è un lavoro creativo e artiginale. Ed è imprescindibile una sorta di gavetta per poter avere le competenze necessarie per la costruzione di una scenografia.