La vita di un attore professionista è fatta di provini.
In questo blog parliamo tanto di teatro e del mestiere dell’attore, attraverso i nostri tutorial di recitazione con cui cerchiamo di darvi consigli e dritte. Ma lo facciamo dal punto di vista di attrici, perché è quello che siamo e quello che conosciamo meglio.
Il mondo della recitazione però non è fatto solo di attori.
È fatto anche di Registi, di Agenti, di Casting Director e di tante altre figure professionali.
In questo articolo abbiamo voluto conoscere meglio il professionista che vi trovate davanti quando andate a fare un provino.
Il Casting Director infatti è la persona che si occupa del casting, ovvero della selezione degli attori per uno spettacolo teatrale, per un film o un qualsiasi altro prodotto televisivo.
In pratica è una sorta di esaminatore, che spesso può mettere un po’ di ansia addosso, visto che è la persona che ci giudica! 🙂
Ma il Casting Director non è un mostro cattivo.
Semplicemente è una persona che lavora assieme al regista al fine di mettere insieme il cast migliore possibile.
Per farlo, per forza di cose, deve effettuare delle scelte e fare delle selezioni.
Partendo da questo presupposto, credo che sia interessante conoscere il punto di vista di chi questo lavoro lo fa tutti i giorni.
Vedere un provino con gli occhi di un casting director sicuramente potrà essere un vantaggio per tutte quelle persone che vogliono intraprendere la professione dell’attore.
Per questo motivo ho deciso di contattare Marta Gervasutti.
Non appena mi sono imbattuta nella sua pagina facebook “Tutorial per attori di Marta Gervasutti“, mi sono sentita subito in sintonia con il suo modo di comunicare e di dare consigli a chi vuole fare l’attore. Infatti lo spirito è lo stesso di Teatro per Tutti, ma da un punto di vista diverso e complementare.
Marta è una Casting Director professionista che attraverso questa pagina da dei consigli molto utili su come affrontare casting e provini, in maniera anche divertente grazie ai suoi video.

Chi è Marta Gervasutti?
Marta Gervasutti è una persona solare e decisamente attiva, che intraprende il mestiere di Casting Director, di regista e autrice, nonché insegnante, con estremo entusiasmo.
Nata a Milano, classe 1979, dopo essersi diplomata in lingue straniere ottiene il diploma in Regia e Sceneggiatura presso la Civica Scuola di Cinema e dei nuovi Media di Milano.
La sua carriera inizia nel 2002 in qualità di regista cinematografica, realizzando alcuni cortometraggi e lungometraggi di interesse culturale nazionale e partecipando anche a numerosi festival internazionali.
In questo periodo, parallelamente alla carriera cinematografica, lavora anche in tv come montatrice e mixer video per emittenti importanti, quali la Rai e MTV.
Nel 2006 si trasferisce a Roma e ha l’occasione di entrare nel circiuto del cinema indipendente in qualità di aiuto regista, lavorando con i registi Renato Giordano, Victor Rambaldi e Stefano Calvagna.
A partire dal 2009 intraprende anche il mestiere di Casting Director, fondando assieme a Simona Tartaglia la società S&MCasting.
Si occupa dei casting di fiction tv importanti, come “Terra Ribelle” e collabora con registi come Cinzia TH Torrini, Giorgio Capitani, Salvatore Basile.
Successivamente ha collaborato con il casting director Roberto Bigherati anche per la realizzazione del casting di un film di Leonardo Pieraccioni “Un fantastico via vai” e per la fiction RAI “Il Restauratore 2”.
Nel 2012 riprende anche l’attività di regista, realizzando il cortometraggio “La Voce del Passato” che la porta al mercato internazionale di Cannes, quindi gira il suo secondo lungometraggio “Per gioco o per caso”.
L’anno successivo lavora invece per l’emittente La7 in qualità di regista e autrice, per i programmi tv “Mode e Modi” e “Mode e Modi Food”.
Da questo momento Marta Gervasutti porta avanti parallelamente la carriera di regista e quella di Casting Director, avendo modo di lavorare con case di produzione sia nazionali che internazionali. Stringe un rapporto lavorativo come casting associata con la casting director Teresa Razzauti, realizzando casting di famose fiction e serie tv come “Che Dio ci aiuti 4”, “Sotto copertura 2” “Wedding in Rome” e “Master of none”.
Attualmente è in distribuzione il suo primo cortometraggio horror “Scheletri nell’armadio”.
Accanto all’attività di regista e casting director, Marta Gervasutti si impegna molto anche come insegnante per la formazione e la preparazione di attori.
Sotto questo punto di vista, l’instancabile Marta ha creato l’Associazione culturale TAG ( the acting group) per continuare a formare e preparare attori sulla recitazione per la macchina da presa.
[et_bloom_inline optin_id=optin_3]
Il Provino dal punto di vista di un Casting Director.
È proprio per il suo profondo impegno anche nei confronti della formazione degli attori, che ho pensato di intervistare Marta.
Le risposte che ha dato alle mie domande sul mestiere dell’attore, sui provini e sui casting, saranno di grande utilità per chi si è inserito da poco nel mondo del cinema e della tv in qualità di attore e ancora non riesce ad orientarsi bene.
Perciò, credo che sia davvero arrivato il momento di lasciar la parola a Marta Gervasutti.
1. Partiamo dal principio. Prima di fare un provino, qual è la formazione più opportuna per un attore? Meglio iniziare con il teatro oppure imparare direttamente a recitare per il cinema?
Il teatro dà sempre una formazione completa.
Al di là del linguaggio differente, è l’approccio col personaggio da preparare la cosa più importante.
Durante il provino si valuta come un attore sa presentare un personaggio. Questo si racconta tramite la voce, gli sguardi, le azioni e quindi il corpo.
Anche se si è inquadrati in primo piano non bisogna mai dimenticarsi dello spazio circostante e questo il teatro lo insegna benissimo!
Un attore completo deve sapersi approcciare a differenti mezzi: teatro, cinema, televisione, servizi fotografici, programmi per bambini, pubblicità.
Più un attore è formato, più questo si vede ad un provino.
Quindi il teatro non esclude il cinema ed il cinema non esclude il teatro.
2. Alcuni prodotti cinematografici e televisivi italiani, per loro ambientazione, richiedono una recitazione in dialetto o con una cadenza regionale più o meno forte. Nonostante questo, secondo te quanto è importante per un attore saper parlare in corretta Dizione? È una caratteristica richiesta durante i provini? In media, tra coloro che vengono a fare un provino da te, quanti attori sono preparati sulla Dizione?
L’attore parla in Dizione.
Se non sa parlare in dizione non è un attore.
I provini si preparano in dizione. Solo se si ricevono specifiche direzioni sul mantenere la regionalità del personaggio, va sporcata l’interpretazione.
Quindi non esistono medie di attori preparati o meno sulla dizione.
Per forza di cose tutti coloro che affrontano i provini devono farlo in dizione. È un requisito fondamentale, come saper fare i calcoli se sei un ingegnere, nemmeno lo si chiede ad un ingegnere se è capace di risolvere problemi matematici, sta alla base.

Un attore poi è anche un personaggio pubblico, che quindi dovrà rispondere a domande di interviste, far parte della promozione del film o della fiction in cui ha lavorato, andando come ospite in trasmissioni televisive.
Non mi sembra che gli attori di “Gomorra”, per fare un esempio, parlino in dialetto quando sono intervistati o quando non interpretano quei personaggi. Dimostrano di saper parlare correttamente, sempre.
Di conseguenza, anche la possibilità di trovare un agente si riducono nel momento in cui non si è capaci di parlare in Dizione. Non si possono proporre attori non preparati ai provini.
I provini sono dei colloqui di lavoro, durante i quali si selezionano professionisti.
Non è un talent dove bisogna giudicare il più meritevole.
Ci si aspetta che tutti abbiano le stesse competenze e bisogna selezionare il professionista che possa rispecchiare al massimo le qualità del personaggio scritto su carta.
L’errore che si fa è pretendere di poter entrare in un’agenzia o affrontare provini quando ancora non si è preparati, quando quindi si è ancora “aspiranti attori” e non attori.
Si sbaglia a pensare che non serva una buona dizione, perché vanno in onda o al cinema prodotti in cui gli attori parlano male.
Senza pensare perché lo fanno.
Senza pensare come siano stati diretti quegli attori su quei set.
Tutto ha una motivazione.
Non è mai così semplice come sembra.
3. Per un aspirante attore professionista, quali sono i vantaggi di avere un’agenzia alle spalle? Quali difficoltà può incontrare chi non si avvale dell’aiuto e della consulenza di un agente?
È tutto difficile, sia se si ha un agente, sia se si decide di fare auto management.
Chi decide di fare da sé, o ancora non ha trovato un’agenzia, deve avere ben presente come funzioni il meccanismo di selezione attori, avere una mailing list fornitissima dei casting director, sapere chi siano, per chi lavorano e avere un giro di conoscenze che gli permetta di sapere quali siano i casting in atto.
Fare completamente affidamento su ciò che appare sul web non è sufficiente.
Si rischia, se non si è a conoscenza dei portali giusti da utilizzare, di andare incontro a provini “bufale”, come li chiamo io. Ovvero provini scaduti, o per i quali la produzione paga poco gli attori (o addirittura niente), o dove si cercano solo comparse, invece che attori.
Chi ha un’agenzia è tutelato e viene proposto esclusivamente per produzioni serie.
Il rischio che si corre però è quello di non avere un buon rapporto con l’agente, di non avere la certezza di essere stati proposti e rimanere per mesi ad aspettare qualche provino.
Ci sono pro e contro in entrambe le situazioni insomma!
4. Quali sono gli errori da evitare nella stesura del curriculum vitae di un attore?
Il Curriculum di un attore deve contenere assolutamente i contatti, personali o della propria agenzia.
Lo dico perché ne ricevo senza recapiti!
Non deve superare le due pagine e deve essere scritto in modo ordinato, senza tabelle né fotografie.
Deve contenere schematicamente tutte le esperienze lavorative, mettendo in chiaro che ruolo si è ricoperto.
NON IL NOME DEL PERSONAGGIO, MA DEL RUOLO!
Ad esempio “piccolo ruolo”,”protagonista”,”protagonista di puntata”, ecc…
Non deve assolutamente contenere esperienze da comparsa o da figurazione speciale, perché è un lavoro diverso da quello dell’attore.
Non bisogna mescolare le cose: o si fa la comparsa, o si fa l’attore.
Come non bisogna inserire esperienze come registi, sceneggiatori, montatori!
In più tutto il materiale, sia le fotografie che il cv deve essere nominato col proprio nome e cognome!!

5. A chi vuole far questo mestiere, consigli di partecipare a più produzioni possibili, o è meglio fin da subito puntare alla qualità dei progetti?
La qualità è soggettiva.
Chi deve fare esperienza è giusto che la faccia a prescindere, perché in carriera si può avere a che fare con persone più o meno preparate, anche se si tratta di produzioni di un certo calibro.
L’importante, sempre, è fare.
E prendere con serietà ogni ruolo che capita.
Chi sta studiando può anche fare i cortometraggi di chi studia regia.
Per formarsi, qualsiasi sia l’esperienza sul set va fatta.
Sono opportunità per conoscere persone, per crescere professionalmente e da poter scrivere sul proprio Curriculum Vitae!
6. Fino ad ora abbiamo parlato di aspiranti attori. Proviamo a parlare di chi è un attore a tutti gli effetti, ma non è famoso. La vita dell’attore professionista “medio” è sempre fatta di provini e casting e la svolta arriva solo con il successo? Se la svolta non arriva, quali sono le alternative per non rimanere sempre in questa fase?
Io non credo affatto che la svolta arrivi solo col successo, o con la notorietà.
La svolta arriva quando si riesce a vivere della propria passione.
Il lavoro dell’attore, anche di chi è più conosciuto, è fatto di provini, rifiuti, vittorie, successi ed insuccessi.
Chi parte con l’idea di diventare famoso rischia di essere infelice a vita, se la notorietà non arriva.
Le star in Italia sono poche.
Mirare esclusivamente a diventare una star e quindi non doversi preoccupare di passare i provini, perché tanto i film li scrivono su di noi, può essere davvero un miraggio.
Il miraggio non è reale. Se non si raggiunge qualcosa che bramiamo, si comincia ad odiare ciò che stiamo facendo.
È pieno di attori incattiviti per questo, che sanno di meritare di più e non lo ottengono.
La ruota gira per tutti e anche chi è famoso in Italia, prima o poi sparisce. È brutto da dire, ma è la verità.
Bisogna sempre essere pronti a dimostrare quanto si vale. È una sfida quotidiana, sempre.
Non è per tutti questo mestiere.
Lo vogliono fare in molti, ma senza pensare alla grande forza e determinazione che serve.
Quello che dico sempre è: FATE!
Non aspettate che arrivi la grande produzione che vi chiama. Fate anche da soli, riprendetevi da soli, mettete su spettacoli teatrali, cortometraggi….tutto.
Tutto fuorché stare ad aspettare.
E non fatelo solo per diventare famosi.
Fatelo perché vi piace.
È questa la grande differenza.
Il sogno è lecito, ma non può diventare un incubo.
Conosco attori di ogni genere: dai famosissimi, a quelli che ce la mettono tutta, a quelli che hanno appena iniziato.
La cosa più bella è vedere attori che vogliono essere preparati. Sempre.
Preparati per tutto: per il proprio pubblico, per un casting director che li valuterà, per un regista che li dirigerà, per una porta sbattuta in faccia, per un applauso, per una critica.
Questa è la sfida.
La sfida che piace a chi vuole fare il mestiere dell’attore.

Fate l’attore perché vi piace.
Penso che questa sia un’intervista davvero preziosa per tutti coloro che stanno intraprendendo la strada dell’attore con il desiderio di farne un mestiere.
In particolar modo mi hanno colpito le parole “fatelo perché vi piace“.
Penso che questo sia davvero un grande insegnamento.
Fare l’attore di professione può essere davvero difficile e duro da affrontare, ma è anche vero che può dare tante soddisfazioni se lo si affronta nel modo giusto.
L’importante è non darsi per vinto, avere forza e determinazione. E soprattutto avere tanta voglia di fare per arricchire le proprie esperienze e quindi sé stessi. Per migliorarsi ogni giorno.
Inoltre è necessario anche imparare ad affrontare i provini, perché sono parte integrante di questo mestiere. A qualsiasi livello, dagli aspiranti attori a quelli più famosi. Il casting è sempre una fase necessaria da superare.
Per cui credo che lo spirito giusto con cui affrontare ogni provino sia quello di riuscire a trarne sempre qualcosa.
Se non è la parte, almeno sia un insegnamento.
Fate tesoro dei vostri errori, fate amicizia con gli altri attori, imparate a capire fin dall’annuncio quando un provino è una bufala o meno. Quando finalmente supererete un provino, non prendetelo come un punto di arrivo. Ne dovrete sostenere tanti altri nella vostra carriera. Cercate di capire perché il casting director vi ha selezionato, quali sono i suoi metodi di giudizio. Vi tornerà utile in futuro.
L’errore peggiore che possiate fare è considerare un provino andato male come un fallimento.
Infine, ricordatevi di partecipare ai provini solo se siete davvero preparati.
Fare l’attore richiede talento, ma anche studio e formazione continui. Argomenti come la Dizione, la respirazione, la consapevolezza del vostro corpo e dello spazio, la ricerca del personaggio, devono esservi familiari. Come la matematica per un ingegnere, per citare le parole di Marta Gervasutti.
Non posso che concludere questo articolo, dicendo un grande Grazie a Marta Gervasutti per la sua professionalità, disponibilità e simpatia.
Volete partecipare a un corso con Marta Gervasutti?
Se anche a voi Marta ha fatto un’ottima impressione e siete tra coloro che vogliono fare l’attore di mestiere, allora fate un salto a questo link www.theactinggroup.com.
È il sito dell’associazione culturale creata da Marta, dove potete trovare numerose info sui corsi e gli workshop che porta avanti.
In particolar modo, vi consiglio di partecipare il 13 Aprile ai provini che Marta sosterrà per la selezione di 5 attori per il suo corso di due mesi “Acting for camera“.
Per maggiori info, cliccate qui. 😉