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I 5 personaggi più cattivi del Teatro

I 5 personaggi più cattivi del Teatro

Indice dell'articolo

Ormai anche qui in Italia il mese di Ottobre si tinge del tipico color arancio della zucca di Halloween. E anche noi ci mascheriamo in Demoni e Streghe per divertirsi e, allo stesso tempo, farsi beffe di ciò che da millenni terrorizza gli esseri umani: il male! Quel male che fa parte dell’essere umano, da sempre.E che anche in teatro è stato rappresentato da tantissimi personaggi cattivi, passati alla storia.

Personaggi oscuri, terribili eppure particolarmente affascinanti. A volte, infatti, la malvagità ci seduce per quanto si manifesti attraverso azioni terrificanti, violente e meschine. Ci attrae e finiamo per esserne soggiogati.

In questo articolo ho selezionato alcuni dei più terribili e allo stesso tempo affascinanti cattivi del teatro occidentale.

Siete pronti ad immergervi questa oscurità senza fine?

Medea

(Qui trovi il link al libro)

Il Male ha origini antichissime e lontane nel tempo, per cui non possiamo non iniziare da un personaggio nato secoli fa dalla penna di uno dei padri della drammaturgia mondiale, Euripide.

Il personaggio in questione è una donna, la terribile Medea.

Euripide per creare la sua Medea, protagonista indiscussa dell’omonima tragedia, trae spunto dalla mitologia greca.

Una rappresentazione della cattiva di Euripide, Medea, ad opera di Frederick Augustus Sandys.
Medea, opera di Anthony Frederick Augustus Sandys.

La Medea mitologica è una donna straniera che in gioventù ha aiutato il greco Giasone a recuperare il Vello d’Oro di cui è follemente innamorata. Aiutare Giasone per lei ha significato soprattutto tradire suo padre e la sua patria. E ha significato anche uccidere suo fratello Apsirto.

Già questo potrebbe bastare per annoverare la donna tra i cattivi.

Ma la sua malvagità, in verità, non si è ancora espressa pienamente.

Passano gli anni e la Medea portata in scena da Euripide è sposata con il suo Giasone con cui ha avuto tre splendidi bambini. Ma la situazione non è però così idilliaca. Giasone, infatti, vuole sposarsi con la figlia del re di Corinto, Glauce.

Cerca di far accettare l’imminente matrimonio alla ormai ex moglie, ma Medea è una donna troppo orgogliosa per accettare di buon grado un simile affronto e la vendetta non tarderà ad arrivare.

E considerando cosa è arrivata a fare per amore, non è difficile immaginarsi che cosa potrebbe fare di terribile se a spingerla è la rabbia per essere stata abbandonata e umiliata.

Medea perciò si vendica dapprima uccidendo con un veleno la futura sposa e il futuro suocero di Giasone.

I due poveretti moriranno bruciati vivi, tra atroci sofferenze.

Poi, accecata dalla sua sete di vendetta, arriva ad uccidere anche i suoi stessi figli, perché il suo unico obiettivo è rendere l’ex compagno un uomo completamente solo e distrutto dal dolore.

Re Claudio

(Qui trovi il link al libro)

Abbandoniamo Medea e Giasone e trasferiamoci in Danimarca, qualche secolo più tardi.

Proprio qui, infatti, William Shakespeare ambienta quella che è la sua tragedia più famosa, l’ “Amleto“.

Nella fredda corte danese l’antagonista del giovane principe di Danimarca è suo zio, il Re Claudio. Quest’ultimo ha avvelenato il legittimo re e poi ne ha preso il trono, sposandosi con la vedova del fratello, la regina Gertrude.

Re Claudio non si pente mai delle sue brutte azioni. Quando capisce che il nipote sa la verità, non ha dubbi: il giovane Amleto deve morire, anche se questo significa far soffrire terribilmente la sua amata Gertrude.

Tutta la vicenda quindi si concentra sulla vendetta di Amleto e sugli innumerevoli tentativi di Re Claudio di uccidere Amleto.

Il re per portare a termine il suo obiettivo coinvolge chiunque possa tornargli utile, senza preoccuparsi se queste persone potrebbero rischiare la vita per uccidere Amleto.

Re Claudio è decisamente un villain meschino. Non solo non si pente di aver ucciso suo fratello, ma per i suoi malvagi scopi, sfrutta il prossimo senza indugi.

Iago

(Qui trovi il link al libro)

E siccome William Shakespeare è il drammaturgo più grande di tutti, ovviamente anche un altro suo personaggio entra di diritto in questa classifica: Iago dell’ “Otello”.

Iago è la personificazione stessa dell’Invidia e dell’Odio. Ogni sua azione è mossa solo da queste due emozioni. E il suo unico obiettivo è distruggere la vita e la felicità di Otello.

Iago e Otello, interpretati da Kenneth Branagh e Laurence Fishburne.
Othello, Laurence Fishburne, Kenneth Branagh, 1995

La sua è invidia malsana e patologica. Un’invidia a cui lo stesso Iago trova delle motivazioni che, a ben guardare, a volte risultano essere un po’ forzate. E sembrano essere soprattutto delle giustificazioni alla sua enorme cattiveria e invidia.

Anche se mosso da una sete di vendetta, Iago ha un modo subdolo di agire rispetto a Medea.

Iago manipola il povero Otello e gli fa pensare esattamente quello che lui desidera. Mascherandosi da bravo e fidato amico, induce il Moro a credere che sua moglie Desdemona lo tradisca con il suo luogotenente Cassio, portandolo ad una gelosia folle e omicida.

Iago architetta e mette in atto il suo tremendo piano di vendetta solo per il perverso piacere di veder completamente distrutto l’uomo che ha sempre invidiato e odiato.

Abigail Williams

(Qui trovi il link al libro)

Tra i Villains teatrali più terrificanti di sempre c’è anche la giovane Abigail Williams, resa celebre da Arthur Miller con il suo dramma “Il crogiuolo“.

L’autore ha costruito la sua opera sui documenti dei veri processi di Salem dell’epoca. “Il crogiuolo” è infatti ambientato nella Salem del 1692, quando la cittadina è stata scossa da una tremenda caccia alle streghe che portò all’ impiccagione per stregoneria di moltissimi abitanti.

Miller nel suo dramma ha donato corpo e anima a quella Abigail Williams che compare spesso nelle carte dei giudici di allora come una delle accusatrici più frequenti.

Sebbene Abigail si ritrovi ad accusare la schiava Tituba di stregoneria mossa dalla paura di finire lei stessa per essere identificata come strega, arriverà ad accusare di stregoneria qualsiasi persona di Salem che non le va a genio.

Nel corso del dramma, veniamo infatti a sapere che Abigail Williams in un recente passato è stata la domestica in casa Proctor e l’amante segreta di John, il capofamiglia. La storia tra i due è finita, perché John è ancora innamorato della moglie Elizabeth.

Ma per Abigail le cose non stanno in questo modo. Lei è ancora invaghita di John e tenta di riconquistarlo in ogni modo. Quando John Proctor la respinge per l’ennesima volta, Abigail  per vendicarsi accusa di stregoneria la stessa Elizabeth.

Il successivo processo tuttavia non va esattamente come Abigail avrebbe sperato, poiché alla fine anche lo stesso John Proctor viene accusato di stregoneria.

Abigail Williams è una figura sinistramente interessante ed affascinante, perché sa benissimo che accusare di Stregoneria una persona a Salem, significa farla impiccare.

E perciò il suo accusare delle persone innocenti solo per il proprio personale tornaconto, la identifica come un personaggio decisamente cattivo.

Lucifero

(Qui trovi il link al libro)

E ovviamente non poteva certo mancare il Diavolo in persona, Lucifero.

L’ardire di far agire il demonio sulle assi del palcoscenico spetta al geniale Christopher Marlowe nella sua tragedia più nota, “La tragica storia del Dottor Faust” .

Protagonista della tragedia è la figura, realmente esistita, del sapiente Dottor Faust. Uomo di umili origini, ha sempre vissuto la sua vita alla ricerca del sapere. Ha studiato teologia, medicina e qualsiasi scienza che possa permettergli di conoscere a fondo la realtà che lo circonda.

Faust, tuttavia, vuole possedere una conoscenza illimitata. Apprende quindi le arti magiche per evocare Mefistofele, riuscendo a ottenere dal demone un patto con Lucifero in persona.

Faust acquisisce una conoscenza e un potere illimitati per ventiquattro anni.

Per tutto questo periodo di tempo, Faust rimarrà immortale e potrà avere al suo servizio il potente Mefistofele. In cambio, Lucifero allo scadere dei ventiquattro anni si prenderà l’anima di Faust.

Il personaggio di Lucifero, sebbene compaia piuttosto raramente nel corso dell’intero dramma, in realtà è una presenza silenziosa e pesante come un macigno.

Lucifero è presente nelle parole di Faust ogni volta che il nostro prende coscienza del terribile patto che ha firmato col sangue.

Il Diavolo in persona è quindi sempre presente nel dramma di Marlowe, anche quando non c’è fisicamente. Lucifero è nelle parole di paura e di sgomento del Dottor Faust, nelle parole di malcelato scherno del demone servo Mefistofele.

È nella superbia accecata e infinita di Dottor Faust.

Lucifero è nell’ostinazione di Dottor Faust di non pentirsi mai.

E se il dottor Faust rappresenta ogni essere umano, continuamente dilaniato tra il bene e il male, e se il male è Lucifero stesso.

Allora forse c’è un po’ di Lucifero in ognuno di noi.

Il male non finisce mai

Citando Lucarelli “Paura, eh?”

Scherzi a parte, quali sono secondo voi i più terrificanti cattivi del Teatro? Scrivetemelo nei commenti!

E nella speranza di avervi spaventato quanto basta, vi auguro un felice e orrorifico Halloween!

Alla prossima!

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