Anche quest’anno ricorre l’appuntamento con la Biennale di Venezia, che farà della città veneta il fulcro dell’arte e della cultura internazionali tra i mesi di maggio e novembre.
La Biennale di Venezia è universalmente riconosicuta come tra le più antiche e prestigiose rassegne internazionali al mondo.
Non so chi di voi abbia avuto modo di andare alla Biennale di Venezia.
Io ci sono andata nel 2011 e passeggiare per i Giardini Napoleonici, in mezzo a tutta quell’Arte è qualcosa di unico.
Si ha la sensazione di essere testimoni di qualcosa di importante, di qualcosa di grande. Ti viene voglia di fotografare tutto, anche se succede che ti sfugga il signficato dell’opera che hai di fronte.
Altre volte, invece, ti capita di rimanere colpito da quello che vedi.
Può anche provocarti brutte sensazioni e ti comunica solo disagio.
Ma l’arte, si sa, non sempre è gentile e il suo insegnamento lo capiamo, spesso, più tardi.
La Biennale di Venezia è Arte sotto ogni sua forma.
Comprende infatti tantissimi settori che spaziano dall’Architettura, all’Arte e alla Danza Contemporanea, arrivando fino al Teatro e alla sua espressione decisamente più nota e glamour, il Cinema.
Tutti conoscono la Biennale di Venezia.
E magari in tantissimi l’abbiamo visitata… Ma forse in pochi sanno a chi dobbiamo dire grazie per tutto questo.
La Biennale riceve, per ogni sua edizione, migliaia e migliaia di visitatori.
Ma probabilmente se facessimo un sondaggio, in pochissimi saprebbero dire nomi e cognomi degli uomini che hanno dato alla luce quest’importantissima rassegna d’arte.
E se siete tra coloro che son curiosi di sapere chi ha ideato tutto questo, allora siete finiti nell’articolo giusto! 😉
La nascita della Biennale di Venezia.
Quando dico che la Biennale di Venezia è una delle rassegne più antiche del mondo, non faccio questa affermazione tanto per dire.
La Biennale ha una lunghissima storia che parte addirittura dagli ultimi anni dell’Ottocento.
Era il 1890 quando si affacciò nelle menti di un piccolo gruppo di intellettuali l’idea di allestire una rassegna d’arte nella città di Venezia.
A capitanare questo piccolo grande gruppo di persone fu lo stesso sindaco di Venezia, Riccardo Selvatico.
Gli altri a cui dobbiamo dire grazie sono: Antonio Fradeletto, Mario de Maria e Augusto Sézanne.
Un importante contributo per la realizzazione della Biennale di Venezia fu dato anche da Giovanni Bordiga.
Riccardo Selvatico e gli altri passarono dalle idee ai fatti il 19 Aprile 1893, quando con una delibera dell’amministrazione comunale di Venezia fecero ufficialmente la proposta di “istituire un’esposizione biennale artistica nazionale” che si sarebbe dovuta concretizzare l’anno successivo.
Avrebbero infatti voluto far coincidere la prima edizione della loro rassegna con l’anniversario delle nozze d’argento del Re Umberto I e della Regina Margherita di Savoia.
L’obiettivo di tale rassegna era stimolare l’attività artistica e il mercato dell’Arte nella città di Venezia, in modo che potesse diventare meta dei più grandi artisti italiani e internazionali.
La macchina organizzativa si mise in moto all’indomani della delibera, ma furono impiegati due anni prima che l’esposizione divenisse realtà.
Risale infatti all’Aprile 1895 l’esordio della Biennale di Venezia.

Gli Ideatori.
Come detto poco più su, furono il Sindaco di Venezia d’allora e altri quattro intellettuali i padri della Biennale di Venezia.
Ma chi erano veramente queste persone? Cosa facevano nella loro vita?
Riccardo Selvatico
Nato a Venezia nel 1849 è stato un commediografo e un poeta e ha ricoperto la carica di sindaco della città di Venezia dal 1890 al 1895.

Grazie al suo impegno, divenne una delle personalità intellettuali più importanti della Venezia di fine Ottocento e la sua giunta comunale fu una delle più progressiste dell’epoca.
In effetti, se guardiamo ad oggi e al grande successo internazionale che ancora possiede la Biennale di Venezia, si può affermare che fu un sindaco lungimirante . Ha donato alla sua città qualcosa di straordinariamente prezioso e importante.

Antonio Fradeletto, nato a Venezia nel 1850 si laureò nel 1880 in Filosofia presso l’Università di Padova. Fin da giovanissimo attratto da tutto ciò che poteva essere chiamato Arte, collaborò con alcuni quotidiani scrivendo articoli di cultura.
Nel 1885 decise di intraprendere la carriera politica, riuscendo ad entrare nel Consiglio Comunale di Venezia nel 1889.
Poco dopo conobbe Riccardo Selvatico assieme al quale fu grande animatore della vita cutlurale e artistica della città lagunare, sebbene senza ricoprire alcun ruolo amministrativo nella giunta Selvatico.
E’ proprio con Giovanni Bordiga che Fradeletto nel 1887 riuscì ad organizzare la prima esposizione nazionale di pittura e scultura, cioè la futura Biennale di Venezia, che però venne ufficialmente alla luce qualche anno più tardi, nel 1895.
Mario de Maria.

Nacque a Bologna nel 1852 in una nobile famiglia d’artisti, da sempre attiva nel panormana artistico e culturale italiano.
Sebbene i genitori volessero per lui un futuro da medico, Mario de Maria si dedicò invece alla cultura fin da giovanissimo. Dapprima indirizzò il suo interesse verso gli studi musicali, poi iniziò a frequentare l’Accademia delle Belle Arti di Bologna. Trovata la sua strada, riuscì a diventare pittore e architetto.
Espose i suoi dipinti per la prima volta a Bologna, quindi a Livorno, essendosi avvicinato ai macchiaioli.
Poi abbandonò la città di Bologna, per lui troppo chiusa all’avvento dei nuovi linguaggi figurativi. Iniziò così a viaggiare in lungo e in largo per tutta Europa, esponendo i suoi quadri in rassegne ed esposizioni sparse per le città del continente.
Nel 1892 si trasferì a Venezia e qui fu completamente assorbito dalla fervente vita culturale della città lagunare. Entrò in contatto con la “scuola veneta” e conobbe Riccardo Selvatico.
In qualità di artista e architetto si rivelò fondamentale per la realizzazione della futura Biennale di Venezia, contribuendone alla progettazione assieme a Fradeletto e Bordiga. Si distinse quindi sia come organizzatore che come artista, esponendo regolarmente alla Biennale fino al 1922.
Augusto Sézanne.
Nato nel 1856, come Mario de Maria si formò culturalmente a Bologna e nella città emiliana ha mosso i suoi primi passi sia come pittore che come decoratore e architetto. Divenne professore dapprima nell’Istituto di Belle Arti di Bologna, quindi nel 1893 si sposta a Venezia, diventando insegnante di “decorazione” presso l’Istituto di Belle Arti locale.
Contemporaneamente espose i suoi quadri e dipinti in varie città d’Italia, come Torino, Firenze, Roma, Milano.
Proprio durante il suo soggiorno a Venezia, conobbe Riccardo Selvatico e gli altri, partecipando così alla realizzazione della futura Biennale di Venezia, in cui espose anche i suoi quadri.
Giovanni Bordiga.
Nato a Novare nel 1854, si laureò nel 1874 in Ingengeria Civile. Sebbene la sua sia stata una formazione matematica e scientifica, si dedicò anche agli studi classici, soddisfando pienamente la sua natura di uomo intellettualmente eclettico.
Si trasferì a Venezia, che considerò la sua città d’adozione. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, lasciò un segno indelebile nella vita culturale e artistica della città lagunare.
Entrato in politica nel novembre 1889 come membro del Consiglio Comunale, diventò assessore ai Lavori Pubblici e poi assessore alla Pubblica Istruzione nella giunta di Riccardo Selvatico.
Il legame con il sindaco di Venezia, non fu solo lavorativo e istituzionale, ma anche d’amicizia e familiare. Bordiga infatti nel 1886 si sposò con la sorella di Selvatico.
Entrambi progressisti e aperti alle novità artistiche, fu naturale per Bordiga diventare un assiduo collaboratore di Riccardo Selvatico. E in tal senso,come assessore ai Lavori Pubblici, essenziale fu il suo contributo per la realizzazione della prima esposizione biennale artistica di Venezia.
La prima Esposizione d’Arte e il “caso Grosso”.
Fin dalla sua primissima edizione, quella che sarebbe diventata la futura Biennale di Venezia, si proponeva di far conoscere ai propri visitatori gli artisti più all’avanguardia.
In questo senso l’Esposizione d’Arte della città lagunare è da sempre stata un’ottima vetrina per gli artisti italiani e internazionali, attraverso la quale far conoscere i loro linguaggi nuovi e inusuali.
Probabilmente il quadro che consacrò la prima Esposizione d’Arte di Venezia, caratterizzandone il carattere innovativo, fu il “Supremo Convegno” di Giacomo Grosso, famoso artista dell’epoca e professore presso l’Accademia Albertina di Torino.
Il conte di Sambuy, Presidente dell’Accademia dove Grosso insegnava, raccomandò personalmente Selvatico perché “Supremo Convegno” fosse esposto in buona luce. Selvatico decise di accontentare il conte, senza però immaginarsi quanti problemi quella tela potesse procuragli.
Il sindaco di Venezia intuì i grattacapi che avrebbe potuto vivere, quando finalmente riuscì a vedere la tela di Grosso, arrivata all’Esposizione il 10 aprile del 1895.
Il “Supremo Convegno” infatti rappresentava una camera ardente all’interno di una chiesa, con feretro e cadavere circondati da cinque figure femminili completamente nude. Grosso volle così rappresentare la morte di un don giovanni.
Come prevedibile, la tela era difficile da collocare, non solo per rispettare le raccomandazioni del conte di Sambuy, ma soprattutto per quel che rappresentava. La Presidenza dell’Esposizione, giustamente, era preoccupata per le possibili reazioni scandalizzate dei visitatori.
Nel frattempo, nella città veneta si moltipolicavano i pettegolezzi circa il soggetto della tela di Grosso, mentre la data di apertura al pubblico dell’Esposizione si avvicinava inesorabilmente.
Il sindaco Selvatico decise perciò di sottoporre in esame il quadro ad una apposita commissione di letterati, tra i quali c’era il famoso librettista Giuseppe Giacosa. La risposta della commissione, tramite lettera scritta, non tardò ad arrivare: “Vi rispondiamo unanimi: no, il dipinto non reca oltraggio alla morale pubblica.”

Fonte Wikimedia Commons, the free media repository
L’esposizione del “Supremo Convegno” e le reazioni.
Naturalmente, di avviso contrario era il Patriarca della città di Venezia, Giuseppe Sarto (Futuro Pappa Pio X) che chiese a Selvatico di non esporre il quadro.
Ma il Sindaco, forte del responso della commissione di letterati, non ascoltò il Patriarca e espose il “Supremo Convegno” lo stesso, sebbene in una sala appartata.
La curiosità, come prevedibile, fu molta perché la stampa clericale scrisse del quadro di Grosso con forti parole di condanna. I molti visitatori della prima Esposizione d’Arte di Venezia si accalcavano di fronte al quadro di Grosso: tutti volevano vedere la tela dello scandalo.
A fine Esposizione, il premio assegnato con un referendum popolare dei visitatori ando proprio al “Supremo Convegno” suscitando polemiche a non finire.
Scrissero del “caso Grosso” moltissimi giornali, sia italiani che stranieri e la fama del quadro raggiunsce così anche gli Stati Uniti d’America.
Proprio qui, una società acquistò il quadro per farlo conoscere al pubblico statunitense. Ma purtroppo durante la traversata atlantica, un incendio distrusse per sempre la Tela dello Scandalo e il Supremo Convegno non arrivò mai a destinazione.
La Biennale di Venezia Oggi.
Come detto, la Biennale di Venezia originariamente è nata come Esposizione d’Arte ma con il passare degli anni e il sempre maggior successo, la rassegna venne arricchita di settori.
Ad oggi la Biennale è una rassegna che organizza esposizioni multidisciplinari, suddivise in:
- Arte, la cui nascita coincide appunto con la Prima Esposizione d’Arte del 1895.
- Musica che affiancò quello dell’arte nel 1930 con la fondazione del Festival Internazionale della Musica Contemporanea.
- Cinema, che si aggiunse a quello dell’Arte e della Musica nel 1932, con la famosissima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
- Teatro, che nacque nel 1934 con il Festival internazionale del Teatro.
- Gli ultimi due arrivati, in tempi decisamente più recenti, sono il settore dell’Architettura con la nascita nel 1980 della Mostra internazionale dell’Architettura di Venezia e nel 1999 il settore della Danza con il Festival internazionale di Danza Contemporanea.
Ancora non so se quest’anno riuscirò a visitare la Biennale di Venezia, sebbene mi interessi in particolar modo il tema del Festival Internazionale del Teatro.
Se qualcuno di voi quest’anno dovesse andarci, mi farebbe davvero un gran regalo a raccontarmi le sue impressioni nella sezione dei commenti, qua sotto!
Alla prossima, amanti del Teatro!